“Buttati fuori dalle nostre case, umiliati e frustrati dalle vessazioni di Marti che tratta con proposte inaccettabili. Siamo su un binario morto e non sappiamo come uscirne”. Cresce la disperazione degli “sgomberati” di via Milinanni che, circa due mesi fa, hanno dovuto abbandonare le loro case di recente costruzione ma inagibili
Non si tratta di vecchi palazzi fatiscenti nel centro storico della città di Lecce, ma di neocostruzioni residenziali nella zona in espansione della città. Eppure 30 famiglie del condominio Quadrifoglio hanno dovuto abbandonare le loro case, perlopiù acquistate attraverso mutui trentennali, per un ordine di sgombero del sindaco Perrone dopo un sopralluogo che le ha ritenute inagibili.
Le crepe che si erano create all’interno parlavano da sole, non rimaneva che interpellare il costruttore, Marti della “Marti Costruzioni Immobiliari s.r.l”, che dopo un tentennamento iniziale in cui attribuiva la responsabilità agli scavi effettuati dall’Acquedotto Pugliese, decide di collaborare. Il 28 ottobre scorso, tramite il suo legale fa sapere ai condomini che è disponibile ad effettuare, a sue spese, tutti i lavori necessari per la messa in sicurezza, il consolidamento e il ripristino dello stabile, suggerendo un tavolo tecnico tra le parti per definire i dettagli dei lavori da effettuare. Il tavolo viene fissato per il 3 novembre, alla presenza anche dei legali delle parti. La richiesta dei condomini, oltre al ripristino, è anche la risoluzione definitiva del problema da garantire con un progetto che i tecnici incaricati dagli “sgomberati” avrebbero valutato. Al posto del progetto, Marti presenta una lista di condizioni: -la rinuncia ai giudizi in corso promossi dai condomini; – la rinuncia, da parte del condominio, al giudizio di opposizione alla scissione, senza offrire alcuna garanzia sostitutiva; – la rinuncia, da parte di tutti i condomini, ad eventuali ulteriori contenziosi per il risarcimento dei danni subiti; – la definitiva imputazione delle spese di ATP, tecniche e legali, esclusivamente a carico del condominio; – la surroga nei diritti del condominio verso l’Acquedotto Pugliese, nei confronti del quale tutti i condomini dovranno impegnarsi a non azionare alcuna pretesa.
I condomini, sentendosi ostaggio dell’arroganza di Marti, incalzano con la richiesta di presentazione di un progetto nell’aggiornamento del tavolo tecnico che si è svolto due giorni fa. Questa volta, in un fax fatto pervenire pochi minuti prima della riunione, Marti accetta di sostenere le spese dell’Accertamento Tecnico Preventivo, ma in cambio: – il condominio si impegni a rinunciare al giudizio di opposizione alla scissione, al raggiungimento di un terzo dei lavori; – il condominio, al termine dei lavori, non abbia null’altro a pretendere nei confronti della Marti Costruzioni Immobiliari Srl “rinunciando espressamente a qualsiasi ulteriore pretesa ed espressamente anche per eventuali danni”; – il condominio surroghi “la Marti Costruzioni Immobiliari in tutti i diritti eventualmente vantati nei confronti dell’Acquedotto Pugliese spa rinunciando, per il resto, a qualsiasi altra pretesa nei confronti della Società ovvero nei confronti dell’Acquedotto Pugliese spa”. Praticamente la rinuncia di ogni azione risarcitoria nei confronti della ditta costruttrice e anche dell’AQP, quest’ultimo se ritenuto responsabile, risarcirà Marti. La spossatezza e l’umiliazione di chi è coinvolto in questa assurda vicenda, ha portato solo alcuni di essi ad essere propensi alle “offerte” di Marti, altri a rinunciare portando la questione su un binario morto.
La soluzione sembra essere sempre più lontana, gli “sgomberati” portano avanti la loro battaglia da soli, nonostante sia stato chiesto dall’inizio l’intervento politico locale, tranne che per un’interpellanza comunale della consigliera Pd Angelamaria Spagnolo in cui chiedeva perlomeno una sistemazione dignitosa a carico del comune per le famiglie sgombrate, ed un’interlocuzione dell’onorevole Teresa Bellanova al prefetto Perrotta “con l’obiettivo di individuare la migliore soluzione in grado di alleviare il più possibile gli incolpevoli disagi cui questi cittadini sono sottoposti”.