Il sostegno e l’aiuto alle famiglie salentine in conflitto, con occhio attento ai bambini coinvolti: è stato presentato oggi, mercoledì 21 dicembre presso la sede del Centro, in piazzetta Duca D’Enghien a Lecce, il Report sui dati e le attività del primo biennio di “lavoro sul campo” del Centro Risorse per la Famiglia della Provincia di Lecce
L’assessore alle Politiche sociali e alle Pari opportunità Filomena D’Antini Solero, il coordinatore del Centro Alessandro Nocco e l’équipe specialistica degli 8 mediatori familiari (avvocati, psicologi, educatori e assistenti sociali) che operano nella struttura hanno illustrato i risultati raggiunti dall’intensa attività di mediazione familiare e sostegno a genitori e minori, realizzata d’intesa con Consultori familiari, Servizi sociali e organi giudiziari.
“Il bilancio di quasi due anni di vita il Centro è eccellente: sono stati seguiti 111 casi, ovvero 111 nuclei familiari, per un totale di 1205 prestazioni e di 142 interventi”, ha evidenziato l’assessore D’Antini. “I numeri “raccontano” chiaramente come la struttura, altamente professionale, è riuscita a costruire un rapporto di fiducia e di riconoscimento sul territorio, diventando un importante punto di riferimento in Puglia”. Il Centro”, ha proseguito, è nato per la mediazione familiare, ma possiamo dire che ha travalicato tale funzione e ha assunto anche quella di governance delle politiche familiari sul territorio provinciale, in accordo ed in rete con i servizi sociali, i Tribunali e i Consultori”.L’aumento delle separazioni e dei divorzi nella nostra provincia non deve vedere i figli vittime passive dei sempre più numerosi conflitti tra coniugi. E’ per salvaguardare i figli, soprattutto se minori, che la Provincia ha attivato molteplici percorsi di mediazione tra le coppie separate e in conflitto. Il ruolo e la responsabilità genitoriale devono prevalere sui conflitti e sulle querele che caratterizzano spesso i rapporti tra coniugi in crisi. I figli non sono oggetti da utilizzare per rivendicare i diritti di un coniuge nei confronti dell’altro. Oltre all’attività di mediazione civile e penale evidenzio nella struttura la presenza di uno spazio neutro, luogo in cui i genitori non affidatari si incontrano con i figli e vengono seguiti nei colloqui relazionali dai mediatori. Spesso sono i papà a non avere in affido i figli e a volte giungono dal Nord Italia dove si sono trasferiti per motivi di lavoro”, ha concluso l’assessore D’Antini.