“Salvaguardare l’articolo 18 è un dovere e ciò significa difendere le libertà individuali. Una violenta crisi occupazionale, di portata storica, ha travolto l’intero mercato del lavoro: una riforma delle norme che impediscono i licenziamenti facili, non è quindi pensabile, in assenza di altre misure di sostegno al reddito per i giovani, per le famiglie e tutti i lavoratori già vessati dal precariato”.
Il segretario regionale Uiltucs Uil, Giuseppe Zimmari, risponde a muso duro all’apertura dimostrata dal nuovo Ministro al Lavoro, Elsa Fornero, sulla modifica dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, quella norma, cioè, che disciplina il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo. Senza una riforma strutturale del sistema, che garantisca risorse economiche e strumenti di riqualificazione per reinserirsi, rapidamente, in un nuovo contesto lavorativo, la flessibilità in uscita non può e non deve essere agevolata: “di concerto con le parti sociali, il ministro Fornero dovrebbe agire su tre fronti: riformando gli ammortizzatori sociali che, al momento, sono garantiti solo ad alcune fasce di lavoratori, investendo sulla formazione professionale e adottando misure concrete di sostegno per le imprese, in modo da rilanciare la produttività”. La categoria Uiltucs Uil esprime unanime preoccupazione circa la possibilità che si scatenino, nei lavoratori, reazioni di debolezza: “una modifica dell’articolo 18, sposta l’asse delle certezze personali, aumentando la ricattabilità dei lavoratori che, fino a questo momento, erano protetti da ogni tipo di discriminazione. Il diritto a non essere licenziati senza giusta causa è il frutto delle lotte e dei sacrifici compiuti negli anni ’70 e lo difenderemo tenacemente”, spiega Giuseppe Zimmari. La posizione del sindacato non è tuttavia reazionaria, nè vuole difendere retaggi del passato: “il contesto italiano ha bisogno di riforme strutturali serie che il Governo, nell’auspicio della Uiltucs, dovrebbe affrontare in tempi brevi”.