Sorprendono le parole dell’assessore Garrisi riguardo un problema gravissimo che da anni umilia una nostra marina. Infatti, al di lá di ogni polemica, i reflui continuano ad essere sversati in mare; un mare che l’amministrazione dovrebbe cercare in tutti i modi di tutelare e che, ad oggi, purtroppo, fa inorridire, nonostante tutti i soldi spesi.
Sappiamo dell’esistenza della condotta a mare , dei depuratori gestiti uno da Aqp e l’altro dal Consorzio Asi e di tutta l’altra congerie di impianti costruiti negli anni e molti mai messi in funzione. Sappiamo anche che i depuratori sono stati oggetto dell’attenzione dell’autorità giudiziaria per il loro non sempre buon funzionamento. Sappiamo che per l’impianto di fitodepurazione realizzato anni fa dal Comune di Lecce in agro di Vernole, la Provincia nel 2006, quando diede la concessione al suo utilizzo, prescrisse che il Comune di Lecce fornisse analisi chimiche e batteriologiche. Analisi i cui risultati non sono mai stati resi noti. Inoltre l’impianto è stato a lungo non in funzione.
Ma la questione che il nostro intervento aveva posto, oltre a denunciare il degrado oggettivo dello sversamento in mare dei liquami, era che il Comune di Lecce avrebbe dovuto, e dovrebbe ancor oggi, assumere un ruolo diverso, di guida, nella battaglia per far sì che i reflui di Ciccio Prete non finiscano più in mare ma vengano usati, debitamente depurati, in agricoltura o industria sfruttando gli impianti che nel corso degli anni sono stati costruiti a spese dei cittadini. Invece, a tal proposito, l’assessore Garrisi ha fatto finta di non sentire. Quasi non ci riguardasse. Da una parte si propone il referendum per chiedere che S.Cataldo passi tutta all’amminsitrazione comunale di Lecce. Dall’altro ci si sottrae alle proprie responsabilità scaricando il tutto sul Comune di Verone. Questa impostazone ha generato lunghe e inconcludenti riunioni, alle quali il Comune di Lecce ha partecipato, quando lo ha fatto, solo con tecnici che non avevano delega a decidere e senza proporre alcuna soluzione.
Per concludere una proposta. Più volte, a conclusione degli incontri che si sono tenuti per risolvere la questione degli scarichi in mare dei reflui di Ciccio Prete, il sindaco di Vernole ha minacciato di fare ricorso in Tribunale per chiedere il risarcimento dei danni agli enti interessati, e cioè i Comuni di Lecce e Surbo, il Consorzio Asi e Aqp. I cittadini di Lecce sarebbero tutti più tranquilli se l’assessore Gianni Garrisi si assumesse l’onere di pagare lui, in prima persona, gli eventuali danni che la giustizia dovesse riconoscere in futuro al Comune di Vernole. Non gli dovrebbe essere difficile, visto che è così sicuro che le cose funzionino a puntino nonostante i ricorrenti sversamenti di liquami in mare.