“L’ANED, Associazione Nazionale Emodializzati, che rappresento in qualità di segretario regionale, ha come suo principale obiettivo quello di tutelare i pazienti nefropatici dializzati e trapiantati; gli sforzi dell’ANED sono peraltro volti alla promozione del trapianto come cultura di vita.”
Lo comunica in una nota il Segretario Regionale ANED-Puglia, Milvio Scafa. “Dopo aver preso contatti con gli interlocutori coinvolti nel noto “mancato trapianto”, siamo venuti a conoscenza delle relazioni dei medici chiamati a consulenza (come da protocollo) per la verifica delle condizioni di salute del paziente, potenziale destinatario dell’organo.
In seguito alla diagnosi, il responsabile medico di presidio, sentiti i pareri del primario pneumologo, del medico legale, del medico anestesiologo e dell’infettivologo, ha deciso di soprassedere al trapianto per i rischi derivanti dalla immunosoppressione in paziente con evidenza di flogosi vie aeree.
Da questi atti è emerso chiaramente che queste valutazioni sono state fatte unicamente per tutelare l’atto clinico nell’interesse del paziente; questo, deve presentarsi al trapianto nelle migliori condizioni possibili al fine di non vanificare, in ogni senso, l’operato di tutti e soprattutto per rispetto verso quanti hanno favorito la donazione.
L’ANED non condivide pertanto le notizie diffuse dai giornali circa la diversa utilizzazione del rene non trapiantato; si ritiene che tali affermazioni siano state esternate unicamente per la mancata conoscenza delle procedure, molto severe, che seguono ogni fase, dall’espianto al trapianto. E’ appena il caso di precisare che lo scopo principale da raggiungere è la perfetta riuscita del trapianto che deve avere l’unico interesse di tutelare la salute e la vita del soggetto candidato. Siamo quindi convinti che le decisioni prese dalla commissione siano state assunte per il raggiungimento di questa finalità. Peraltro, quanto riportato dalla stampa non tiene conto di come viene gestito l’intero processo di assegnazione degli organi su scala nazionale e regionale; ricordiamo che il rene è tornato nella sede di provenienza (Centro Regionale Trapianti di Bari) per l’assegnazione ad altro paziente secondo l’ordine indicato dalla lista delle compatibilità. Quanto riportato, inevitabilmente, deteriora l’immagine del reparto di Nefrologia e dell’intero ospedale “Vito Fazzi”. La nostra preoccupazione è appunto che quanto accaduto possa penalizzare il centro trapianti del nosocomio Leccese e di conseguenza i pazienti in attesa di trapianto.
La magistratura procederà con le opportune valutazioni analizzando tutti gli aspetti e auspichiamo che quanto prima sia fatta chiarezza e che il centro, in argomento, possa recuperare l’immagine che merita nel rispetto di chi si prodiga con passione e grande professionalità nell’esercizio di un così difficile e delicato incarico.”