“Dopo un anno nulla è cambiato: la giustizia continua a funzionare poco e male, perchè non riesce ad assicurare tempi ragionevoli per la definizione dei processi e, anche per quanto riguarda la qualità del prodotto , piu’ di qualcosa lascia a desiderare”. Così ha esordito il presidente della Corte d’appello di Lecce Mario Buffa, durante la cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario 2012.
Questi ha sintetizzato nel suo intervento i punti salienti della voluminosa relazione pubblicata, dipingendo un quadro negativo della giustizia in sè, a causa delle mancate riforme che non consentono di snellire un sistema ormai antiquato, e dando al contempo conto degli sforzi e dei risultati raggiunti nel Distretto di Lecce-Brindisi-Taranto. Riferendosi alla durata media dei processi, il giudice ha affermato che “il trend e’ risultato ancora positivo”. In particolare, soffermandosi sui giudizi civili, Buffa ha ricordato come la durata media nella sede centrale della Corte d’appello sia di 691 giorni, con un abbattimento della durata stessa di 246 giorni in quattro anni. In totale, nell’anno, sono stati iscritti 10.049 procedimenti civili e ne sono stati definiti 7.589, con un trend positivo rispetto all’anno precedente. Lo stesso dicasi per i procedimenti civili del Tribunale dei minori, che ne ha iscritti 3.398 e definiti 2450.
Diversa la valutazione relativa ai procedimenti penali, la cui durata risulta aumentata da 457 a 626 giorni, nonostante il numero di procedimenti pervenuti (2001) sia stato inferiore rispetto all’anno precedente (2166). Il presidente ha chiarito, pero’, che l’aumento della durata e anche delle pendenze nasce dal fatto che quest’anno, a differenza di quanto accadeva in passato, si considerano “definiti i procedimenti per i quali risulta gia’ depositata la motivazione della sentenza”. La situazione peggiore del Distretto risulta, comunque, quella di Taranto, dove “nonostante la diminuzione della sopravvenienza (1168 rispetto a 1378 del 2010), la pendenza e’ aumentata (da 3222 a 3417). Presso gli uffici gip, la durata media dei procedimenti e’ stata di 180 giorni a Brindisi, 277 a Taranto, 281 a Lecce. Mentre negli uffici del giudice di pace, sempre in materia penale, si e’ avuta una durata media dei processi di 503 giorni a Brindisi, 567 a Lecce, 466 a Taranto, con un aumento solo in quest’ultima sede. In totale, comunque, il presidente Buffa ha tracciato un quadro di sostanziale omogeneita’ tra gli uffici del Distretto, danno un giudizio complessivamente “positivo” della loro situazione
“Nel 2011 si e’ verificata una crescita esponenziale dei procedimenti per l’indennizzo da danno da ritardata definizione dei processi (cosiddetta Legge Pinto), che, ormai, presso questa Corte d’appello, competente per i ritardi verificatisi nel Distretto di Bari, hanno raggiunto un numero superiore a quello di tutte le restanti controversie civili”. Lo ha detto il presidente della Corte d’appello di Lecce, Mario Buffa, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Buffa ha spiegato come “la trattazione di questi procedimenti determina rallentamenti ai restanti processi civili, incidendo sulla loro durata e determinando un ulteriore incremento dei procedimenti ex legge Pinto”. Alla fine del 2010 il debito dell’amministrazione per i ritardi processuali era di 7.700.000 cui si sono aggiunti nel 2011 3.200.000 per un totale di 10.900.000 euro. Di questi, l’amministrazione ha provveduto a pagare poco piu’ di 1 milione, per cui e’ rimasto un debito di 9 milioni e mezzo. Molto ridotti, invece, i numeri relativi ai ritardi verificatisi a Lecce, per i quali procede la Corte d’appello di Potenza, che ha ricevuto 765 istanze ed ha eseguito pagamenti per 93.976 euro, accumulando un debito di circa 2 milioni e mezzo. “Quello che piu’ preoccupa – ha aggiunto Buffa – e’ l’entita’ del debito accumulato a cui l’erario non e’ in grado di far fronte per le sue difficolta’ finanziarie”. Il tentativo dei cittadini di ottenere il pagamento delle somme dovute, infatti, determina altre azioni (ricorsi al Tar e poi alla Corte Europea dei diritti umani), che, da una parte intasano ulteriormente gli uffici giudiziari, e dall’altra determinano ulteriori costi per l’erario.”
Il presidente della Corte d’appello di Lecce, Mario Buffa, ha peraltro evidenziato le difficolta’ degli uffici giudiziari causate dall’esiguita’ delle risorse economiche a disposizione nonche’ dalla mancanza di personale: “il personale amministrativo, da sempre insufficiente, si assottiglia ogni giorno di piu’, perche’ i vuoti determinati dai pensionamenti non vengono coperti: da oltre dieci anni non si fanno concorsi”. “Non e’ approdato ad alcun risultato – ha spiegato – il tentativo insistentemente spiegato presso la Regione per accedere alle potenzialita’ del piano regionale del lavoro, finora rimato, temo, lettera morta e ottenere in distacco o con altra modalita’ possibile l’assegnazione di personale in mobilita’ o in cassa integrazione o comunque da avviare al lavoro: pare che vi sia di ostacolo il patto di stabilita’, che impedirebbe alla Regione di impegnare risorse disponibili, ma in altre sedi giudiziarie questi ostacoli non vi sono stati”.