“Grande rispetto di fronte al dolore di una mamma che perde il proprio figlio, ma ciò non induca in condanne sommarie per accuse tutte da dimostrare, od accostamenti ad altre tragedie che hanno attraversato negli ultimi tempi nelle carceri pugliesi e nazionali”
questo il commento del segretario nazionale del sindacato autonomo polizia penitenziaria, Federico Pilagatti.
“Come non ricordare la vicenda di Carlo Saturno per cui a seguito del suo suicidio in carcere vennero avanzati dai familiari accuse molto gravi sui poliziotti penitenziari, si parlò addirittura di pestaggi che non sarebbero mai stati accertati dalla Magistratura Barese.
Proprio per questo motivo attendiamo con serenità il lavoro della Procura di Trani che sulla vicenda ha aperto un inchiesta e che si spera, posso chiarire al più presto quanto realmente accaduto.
Quando muore una persona in carcere è una sconfitta per tutti, soprattutto per chi potendo fare qualcosa, continua a chiudere gli occhi ed ignorare che nel nostro paese possa esserci una questione carceraria che deve essere affrontata e risolta.
Se il DURANTE dovesse stare in carcere nonostante le sue patologie, invece è un qualcosa che può essere addossato contro chi, comunque , ha cercato per quanto possibile , di salvaguardarlo.
Sicuramente se ci saranno responsabilità emergeranno ,ed eventualmente chi ha sbagliato pagherà, ma il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria vuole affermare con forza, che i poliziotti penitenziari di Trani si sono sempre adoperati al fine di tutelare la salute del detenuto DURANTE e di tutti i detenuti ristretti nel penitenziario, nonostante sia stato un caso molto difficile da trattare.
Infatti dal suo ingresso a Trani, proveniente dal carcere di Bari il DURANTE è stato allocato al reparto Infermeria proprio per assicurargli una assistenza più adeguata.
Durante la sua permanenza a Trani ha avuto più crisi, qualche volta anche alla presenza della famiglia e l’intervento dei poliziotti ha evitato che la situazione degenerasse.
Era stato anche ricoverato in ospedale, da dove era stato dimesso, dopo pochi giorni.
Era stato sottoposto anche a Trattamento Sanitario Obbligatorio proprio per una valutazione responsabile del suo stato clinico.
Durante le sue crisi il DURANTE aveva quasi distrutto la propria cella, proprio per questo sarebbe stato allocato in altra stanza priva di suppellettili proprio a tutela della sua incolumità, considerato che per evitare che si facesse male, occorrevano più agenti per immobilizzarlo. Ci hanno detto che dovevano trasferirlo presso strutture attrezzate in altre carceri , ma il tragico epilogo ha evitato che ciò avvenisse.
Purtroppo in una situazione carceraria che è divenuta una discarica sociale, ove oltre la metà dei detenuti soffre di patologie medio gravi, casi come quello accaduto a Trani possono e potranno accadere in qualsiasi momento, considerato che in tanti casi il poliziotto penitenziario, da solo nelle sezioni detentive, deve vestire anche gli abiti dell’infermiere, dello psicologo ecc.ecc., tutti compiti che gli sono piovuti addosso grazie anche ad una sanità che non assicura un assistenza adeguata nonostante i sacrifici degli operatori.Dalla tragica fine di Gregorio Durante ci aspettiamo le risposte che da tempo poniamo alla politica e cioè di interessarsi concretamente del carcere, anche se sappiamo che ancora una volta,si cercherà il colpevole che pagherà per le responsabilità di tutti.”