Martedì 3 gennaio (ore 21.00 – ingresso gratuito) l’undicesima edizione de “Le Mani e l’Ascolto – incontri con il pianoforte”, rassegna di nuove produzioni letterarie e musicali organizzata dal Fondo Verri di Lecce, ospita “Non sono un cantautore – Quindici anni di non carriera”. Dopo un decennio di assenza torna, infatti, sul palco Pierpaolo Lala, mancato cantautore leccese, affiancato dal chitarrista (e attore) Marcello Zappatore.
Sul palco, interpretando brani inediti e due cover, si alterneranno anche Lucia Manca (voce), Mauro Tre (piano), Osvaldo Piliego (batteria), Marco Bardoscia (contrabbasso) e Claudio Prima (organetto). Prima del concerto si terrà la presentazione del libro “L’Allineamento di Ludman” (Edizioni Albatros). “Dal 1995 al 2000 ho scritto forse una settantina di canzoni (tutte molto brutte, tranne qualcuna passabile) – spiega Pierpaolo Lala – nel 1997 prendendo il coraggio a dieci mani ne scelsi otto e registrai una cassetta (con un multitraccia comprato usato da un mio amico e rivenduto ad un altro amico dopo la registrazione) anch’essa molto brutta. Praticamente feci tutto in casa con i miei amici Massimo Pinca (basso, tastiere e computer) e Marcello Zappatore (chitarre). Si chiamava “Un uomo al condizionale” e all’epoca pensavo, sbagliando, di avere un futuro. Per fortuna poi compresi che non ero un granché e che sarebbe stato meglio abbandonare ogni velleità artistica. Nel corso degli ultimi dieci anni ho scribacchiato ancora e continuato a suonare. Nel 2002/2003 – continua Lala – mi sono esibito quattro volte in spettacoli di cabaret musicale sempre con il fido Zappatore (ottimo musicista e protagonista del film “W Zappatore” di Massimiliano Verdesca). Dopo molti anni mi è venuta in mente questa idea. Un concerto “antologico” (e in qualche modo ontologico) della mia non carriera. Spiegare attraverso le canzoni perché non ho fatto il cantautore. Una cosa rapida e si spera indolore per il pubblico con otto/nove brani miei (del repertorio cantautorale serio), due cover (Battere e levare di Francesco De Gregori e Cerchi nell’acqua di Paolo Benvegnù). In mezzo molte eresie e tanti racconti. Non l’inizio di una nuova carriera – conclude – ma la fine di una vecchia non carriera tra ricordi e rammarichi, non detti e soprattutto non fatti”.