“Se Dio vuole” è’ una storia delicata e profumata di the senegalese alla menta, ed è quella di Papa Ngady Faye, conosciuto in Italia come Amadou, che è stata presentata questa mattina a Palazzo Carafa. Un libro che racchiude le vicende forti e commoventi di Amadou, un senegalese di 42 anni che racconta la sua vita e il suo percorso che lo ha condotto in Italia e a Lecce.
Papa Ngady è conosciuto dai cittadini e soprattutto dai giovani come Amadou, perché quando è arrivato in Italia a contatto con una realtà ben diversa da come immaginava, gli viene consigliato di cambiare nome perché non in regola coi documenti. E allora lui sceglie di chiamarsi come suo padre, l’uomo che è stato per lui anche una guida spirituale nei primi anni della sua infanzia.
E suo padre Amadou è anche il protagonista della prima parte della sua storia, quella in cui è un giovane senegalese che trascorre la sua infanzia in campagna dalla nonna e poi diventa prima volontario presso il Service Civique National e quindi fa carriere come campocantiere in una impresa edile.
Protagonista del suo libro è anche la madre, nella seconda parte. Entrambi i genitori sono sindacalisti e impegnati nel sociale e trasmettono ad Amadou la forza morale che lo porta in Italia. Qui lottando tra i permessi di soggiorno e il trovare loro, inizia a farsi catturare dai libri.
E allora Amadou inizia a venderli per strada, aprendo un dialogo con la gente e con gli altri. Nel frattempo conosce Antonella Coletta la sua attuale moglie e assieme scrivono questa storia che parla di integrazione e di persone.
“E’ una storia di vita molto intensa che suscita integrazione,” ha affermato l’assessore alla cultura Massimo Alfarano, “ed è la storia di una persona speciale che ormai in tanti conoscono. Questo libro fa inoltre capire i passi avanti che questa città sta facendo e quanto sia cresciuta la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione.”
“Il Senegal sarà contento per me oggi,” ha invece continuato Papa Ngady, “ed è a lui che dedico questo libro. La mia storia parla di valori e di educazione, nel lavoro e con gli altri, che mi è stata insegnata e che ho portato con me.”