In Provincia si continua a professare contro la politica degli sprechi e sui “danni” dei passati governi, ma niente lascia pensare che tanta diligenza amministrativa porterà ad uno sviluppo del territorio per merito dell’Ente
E’ quanto afferma il consigliere provinciale del Pd Alfonso Rampino che in una nota stampa ha rimarcato i ritardi con cui si affrontano i problemi, “caratterizzando un’Amministrazione provinciale più predisposta a subire gli eventi che a governarli”.
Di eliminazione degli sprechi parla Gabellone, evidentemente di quelli causati da governi di centrodestra – obietta Rampino – che non saranno risolti con l’amministrazione confusa di Palazzo dei Celestini. “Esempi eclatanti sono le mancate alienazioni patrimoniali, il nulla di fatto sul sale and lease back, la chiusura e successiva riapertura di società partecipate, le nomine di componenti dell’Ufficio di Staff per futili incarichi, la demotivazione professionale di gran parte della struttura amministrativa per l’assenza di politiche del personale adeguate”.
E che dire della procedura di cartolarizzazione, operazione indicata da tempo dal gruppo PD come necessaria per ridare ossigeno al Bilancio dell’Ente, ma il centrodestra ha tergiversato per poi avviarla in ritardo, con la conseguenza di sobbarcarsi spese non previste che graveranno tutte sulle spalle dei salentini. La provincia di Lecce è infatti l’unico Ente in Italia che prima ancora di formalizzare la cartolarizzazione è costretto a pagare gli interessi del prestito-ponte contratto dalla Celestini s.r.l. che è a totale partecipazione pubblica.
Un primo esame del Bilancio di previsione 2012 della Provincia di Lecce fa emergere con chiarezza che le linee guida del centrodestra di Palazzo dei Celestini sono, da un lato, l’aumento delle tasse e, dall’altro, la significativa riduzione delle spese nell’ambito sociale e culturale. L’Amministrazione provinciale, infatti, ha confermato anche per quest’anno la maggiorazione dell’aliquota per la RC Auto, fissata ormai alla soglia massima. Accusano le passate amministrazioni di fantomatici buchi di bilancio, quelle stesse amministrazioni che consideravano la cultura settore trainante per lo sviluppo del territorio e che oggi latita nell’anonimato, se non facendo propri alcuni progetti “ereditati” dal passato. E’ il caso dell’affidamento dell’Abbazia di Cerrate al FAI. L’assenza di progettualità ha azzerato le ambizioni di un territorio che era stato abituato ad avere nella Provincia un punto di riferimento. Non è in questo modo che si può giustificare il mantenimento in vita di un Ente che oggi più che mai è considerato dall’opinione pubblica salentina inutile e non strategico per le sorti del territorio.