“Abbiamo tirato un sospiro di sollievo apprendendo ieri che i senzatetto della nostra città avrebbero trovato un rifugio per trascorrere la notte e che avrebbero persino potuto consumare un pasto caldo. Abbiamo creduto che l’ennesimo acquazzone di questi giorni di freddo polare
non si sarebbe abbattuto su chi, ogni giorno, combatte la sua lotta per la sopravvivenza, sfidando l’abbandono, la solitudine, le intemperie.” Lo dichiara Loredana Capone.“Tutto lasciava presagire che davvero i clochard della nostra città potessero dormire per una notte al riparo, in un letto, sotto un tetto. C’erano i titoli dei giornali a rassicurarci: l’amministrazione comunale aveva individuato nel Centro Polivalente di proprietà comunale di via Vecchia Carmiano uno spazio adeguato al ricovero dei senzatetto, dando disposizione agli uffici competenti di attivarsi e coinvolgendo la Protezione Civile e il Comando di Polizia Municipale. Era stato attivato anche un numero verde, attivo 24 ore su 24, per fornire indicazioni e organizzato un servizio di trasporto.
Abbiamo creduto che, per una volta, l’amministrazione comunale avesse deciso di dare un segnale per rilanciare i servizi sociali e l’accoglienza nella nostra città. Abbiamo sperato che, per una volta, il Comune di Lecce potesse essersi svegliato, con un sussulto, dal torpore e dall’inerzia.
Ogni speranza si è sciolta questa mattina, sotto questo pallido sole che ancora non ha prosciugato le pozzanghere della pioggia battente di queste ultime ore.
Ma il sindaco Perrone per “peggioramento delle condizioni atmosferiche” intendeva eventi calamitosi, quali nevicate o trombe d’aria. Il Comune si è limitato, insomma, soltanto a rendere disponibile la struttura individuata fino a domenica su disposizioni regionali. Un articolo apparso oggi rivela che nel pomeriggio di ieri non era possibile ottenere alcuna informazione chiamando il numero verde, perché la riunione operativa non si era ancora tenuta.
Il numero verde attivato, il servizio di trasporto, il centro d’accoglienza per i senzatetto erano una bufala. Sulla pelle di chi, fragile, è esposto ai venti del vivere.
“Perché Loredana Capone, invece di preoccuparsi per i Centri destinati alle emergenze che vengono attivati solo quando le emergenze si presentano, non prende a cuore le sorti degli ospedali salentini, devastati dalla ‘buona amministrazione’ Vendola-Capone, dove l’emergenza è pane quotidiano e diffuso senza che l’ancora in carica vicepresidente della Regione dia segno di accorgersene, presa com’è dai suoi presunti scoop elettorali?”.
Così il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, commenta l’uscita della candidata Loredana Capone a proposito del Centro per l’emergenza meteo di questi giorni, predisposto dal Comune di Lecce per dare conforto e ospitalità ai senzatetto della città in caso di cattive condizioni atmosferiche. “Purtroppo la Capone, non avendo un buon biglietto da visita da offrire alla città di Lecce, visti i risultati disastrosi dell’amministrazione regionale – di cui lei forse ha dimenticato di essere artefice principale, ma glielo ricordiamo noi – trascorre i suoi giorni da candidata alla disperata ricerca di ciò che non funziona nella città di Lecce. Purtroppo per lei, però, la gente ha buona memoria, sa distinguere benissimo i fatti dalle opinioni, e ancor più le uscite (infelici) da campagna elettorale. Così come sa benissimo, la gente, che un Centro per l’emergenza, per definizione, funziona quando l’emergenza si crea; e un centro del genere, per prassi consolidata, viene allestito entro due ore dall’allerta meteo. Ma, grazie a Dio, il Salento è stato risparmiato dalle bufere di neve che hanno paralizzato l’Italia e provocato la morte di tanta povera gente. Forse questo dispiace, a Loredana Capone? Forse avrebbe preferito che ci scappasse il morto anche a Lecce, pur di poter dire che il Comune non ha fatto abbastanza?”.
Può darsi, continua ancora il primo cittadino leccese, “ormai abbiamo capito tutti come Loredana Capone sia pronta a tutto, pur di denigrare l’amministrazione Perrone e, in generale, pur di raggiungere i suoi scopi. Fossi in Loredana Capone, però, mi adopererei per risolvere i problemi disastrosi creati da quell’amministrazione regionale di cui è responsabile: una sorta di ravvedimento operoso per minimizzare le conseguenze della pessima esperienza amministrativa che con molta supponenza e altrettanta leggerezza spera di importare a Palazzo Carafa. “Io nel frattempo ancora attendo – conclude il sindaco Perrone – di poter andare con lei all’ospedale Fazzi, per ascoltare dalla viva voce del personale sanitario e dei pazienti i gravissimi problemi della struttura dopo la cura Vendola-Capone: ma dubito che questo mai avverrà”.