“Buche, marciapiedi sconnessi, insidie voragini… Anni di abbandono e di mancata manutenzione ordinaria e straordinaria, in una città che sperpera il proprio patrimonio.” Sono le parole di Loredana Capone, candidata alle amministrative per il centro-sinistra che questa mattina ha tenuto un incontro con la stampa per parlare del problema delle strade cittadine.
“Le piccole riparazioni non eseguite fanno diventare voragini le buche. Non solo. Spesso le strade sono un patchwork mal riuscito a causa del mancato ripristino del manto stradale da parte delle aziende che svolgono le attività connesse ai vari tipi di reti (elettrificazione, metano, condotta…). In tali casi è mancato totalmente il controllo sul lavoro eseguito e sul rispetto dei contratti, a totale danno dei cittadini e delle casse comunali.
La scarsa manutenzione delle strade, infatti, non è solo un pericolo per l’incolumità di automobilisti e pedoni, ma costa molto cara anche al Comune di Lecce. E’ inconcepibile e per certi versi insensato e paradossale che, a fronte di interventi e lavori ordinari di manutenzione stradale, con il servizio totalmente affidato alla Lupiae, il cui costo annuo ammonta a poco più di 250mila euro, a fronte di pignoramenti ed esecuzioni forzate presso la Tesoreria Comunale, BNL, i danni causati da sinistri per “insidie e trabocchetti stradali”, abbiano un costo annuo pari a oltre 1 milione di euro.
Al 31-12-11 le richieste di danni da parte dei cittadini per i soli sinistri stradali e danni connessi ammontano a 8 milioni di euro. Non da ultimo il caso eclatante apparso sulla stampa il 15 febbraio scorso di due motociclisti leccesi che hanno chiesto al Comune ben 370mila euro di risarcimento dei danni “fisici e materiali” causati dalla caduta da uno scooter “per insidia presente sul manto stradale”.
L’incuria amministrativa nella manutenzione delle strade – continua – è un fenomeno che interessa tutta la città, ma si fa più evidente nei quartieri periferici dove le strade sono un colabrodo di buche e avvallamenti frutto della sovrapposizione di lavori differenti nel tempo. Più e più volte è mancato da parte del Comune il controllo sul lavoro eseguito dalle ditte che hanno l’obbligo di ripristinare il manto stradale una volta chiuso il cantiere.
Le cattive condizioni meteorologiche delle ultime settimane hanno aggravato ancora di più la situazione creando nuove buche e smottamenti. Il Comune, e in particolare l’Assessorato ai Lavori Pubblici, ha invitato i cittadini a segnalare disagi e situazioni critiche a un numero verde: sappiamo che le telefonate sono state tantissime ma i tempi previsti per intervenire sono tutt’altro che certi.
Ci sono quartieri, poi, in cui il problema delle buche si aggiunge alla mancanza di marciapiedi, alla mancanza di condotte per la raccolta delle acque piovane, alla mancanza di opere di urbanizzazione primaria, per le quali, pure i cittadini hanno pagato gli oneri concessori: pensiamo a via San Pietro in Lama, a via Frigole, e tutte le strade che collegano i centri abitati con le aree agricole che circondano Lecce. Aree, come Borgo San Nicola, che non meritano di essere abbandonate ma, al contrario, andrebbero valorizzate attraverso un serio piano di recupero e di rigenerazione urbana. Un piano di interventi attento anche alle esigenze dei diversamente abili. In questo l’amministrazione ha dato esempio di straordinaria “schizofrenia”: marciapiedi non accessibili ai disabili, con rientranze, sporgenze, ostacoli fissi e pericoli.
Lecce merita un’amministrazione nuova, attenta ai bisogni quotidiani, che sappia programmare e che curi anche le piccole cose quello che modificano la vita dei cittadini.
Se è tra le ultime città italiane nelle varie classifiche è perché questa amministrazione non si è mai preoccupata di pensare agli standard che rendono migliore la qualità della vita e dell’ambiente: né accessibilità ai disabili, né parchi, né piste ciclabili, salvo quelle pericolose scriteriatamente realizzate.
Lecce ha bisogno di strumenti nuovi ed efficaci. Il progetto di una corona verde della città di Lecce, ad esempio, prevede la riorganizzazione delle zone periferiche della città a contatto con le aree agricole. La “corona verde” potrebbe svolgere il ruolo di “filtro” fra la città in crescita e la campagna produttiva, nel pieno rispetto degli equilibri ecologici di entrambi i paesaggi. All’interno della “corona verde”: spazi fruibili connessi tra loro e con il resto della città in cui piantumare specie tipiche della vegetazione salentina da alternare a prati, piste ciclabili estese, percorsi natura e aree pic-nic.
Nel nostro programma, dunque, un doppio binario: grande spazio alla manutenzione, come deve fare e fa ogni buona madre di famiglia, e piani di rigenerazione urbana fondati sul decoro urbano e tali da riammagliare le periferie al centro. Valorizzeremo la burocrazia attenta al patrimonio pubblico, che previene e controlla applicando, quando è necessario, anche le giuste sanzioni.”