“Se fossi sindaco iscriverei subito il Comune di Lecce nel circuito del GAI – Giovani Artisti Italiani e proporrei come sede della Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo la nostra città magari già dalla prossima tappa in collegamento con Ancona sulla dorsale adriatica”.
Non si tratta della proposta del singolo evento ma di una visione e di un percorso. Bisogna seguirne le tappe e accompagnale con gli strumenti.
Partiamo da ciò che può rendere Lecce alla pari delle altre capitali europee.
La cultura può incidere sul PIL e sull’occupazione molto più di quanto si possa immaginare. Tutto ciò rischia, però, di essere sottovalutato, trascurato, anziché considerato per quello che è, cioè, un vero grande motore di sviluppo, così come hanno dimostrato quelle capitali europee trasformando ex opifici in poli culturali pulsanti e dalle innumerevoli potenzialità.
Noi a Lecce oggi abbiamo una grande opportunità: quella dello spazio delle Manifatture Knoss, in via vecchia Frigole, uno spazio di circa 2mila metri quadrati su cui la Regione ha già investito molto e da cui può certamente partire per creare un’opportunità straordinaria.
In quel meraviglioso non luogo che ricorda un po’ nella struttura l’atmosfera underground della Tate Modern di Londra o il Guggenheim di Berlino, l’Apulia Film Commission ha realizzato il Cineporto, il principale polo di attrazione del cinema a Lecce. Le produzioni cinematografiche che arrivano a Lecce passano dal Cineporto e ‘approfittano’ delle risorse locali che esso mette a disposizione per arricchire e impreziosire le proprie opere. La Regione ha stanziato prima di Natale altri 200mila euro per realizzare nella medesima struttura una sala cinematografica. Due milioni di euro, inoltre, si stanno spendendo per i lavori di ristrutturazione dei 2mila metri quadrati a disposizione. E’ bello pensare di realizzare un grande spazio urbano che trasforma le ex officine che servivano per formare i tornitori in una vera e propria industria culturale, con una galleria d’arte contemporanea, con un centro per gli spettacoli che può arrivare ad ospitare oltre 2000 persone.
Puntare su questo significa dare istituire una sede anche a Lecce del distretto dell’industria culturale e della creatività.
La Puglia è stata la prima regione a scommettere sul distretto dell’industria culturale e della creatività: non l’hanno fatto regioni che pure hanno investito tantissimo sulla cultura e con le quali vogliamo avere un rapporto costante. La prima azione che farò in tal senso, se sarò eletta sindaco, sarà iscrivere subito il Comune di Lecce nel circuito del GAI – Giovani e proporre come sede della Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo la nostra città.
Possiamo candidare Lecce ad ospitare la Biennale dei Giovani Artisti stipulando al più presto una convenzione tra i musei del Nord, Genova, Milano, Torino e Lecce, in maniera tale da garantire una visione più concreta di città culturale. Ecco come Lecce si può collegare alle grandi capitali che investono nella cultura europea e mondiale. Tutto ciò potrà essere possibile anche grazie al coinvolgimento di una rete investitori affascinati dalla capacità del Salento di essere indiscusso attrattore (fundraising).
Candidandosi a capitale della cultura Lecce, ad esempio, il Comune avrebbe potuto e dovuto proporre una visione ambiziosa del proprio futuro e della propria economia costruendo una programmazione di medio e lungo periodo. Non si può ragionare in una logica puramente contabile che taglia investimenti fondamentali per la creazione di valore mentre si promette l’istituzione di fondi cultura a sostegno delle politiche culturali. Basta pensare agli investimenti in cultura che quest’Amministrazione ha operato negli ultimi anni, lesinando contributi qua e là senza alcuna visione strategica, senza alcuna programmazione, lasciando alla città il solo tempo dell’evento seppur con la consapevolezza di avere nel cassetto potenzialità da grandi città d’arte.
Pensiamo che nel 2011 l’Amministrazione Comunale ha stanziato, nel settore della Cultura, 1.470.000 euro di cui: 400.000 alla Lupiae Servizi per l’organizzazione logistica degli spettacoli (l’allestimento di palchi, americane e attrezzature varie) e la custodia dei monumenti, mentre, il restante importo, distribuito tra contributi ad associazioni culturali operanti sul territorio e l’organizzazione di eventi come Itinerario Rosa, Mediterranea, ecc.
Il tema della cultura, insomma, è uno di quei temi su cui si parla troppo e si decide poco, in cui gli amministratori parlano di partecipazione ma poi non hanno coraggio, con cui ci si riempie la bocca ma poi si fanno tagli. È l’ora di invertire la tradizione retorica e fare: cultura significa economia, turismo, cultura.
Ad ogni modo, la mia intenzione è quella di procedere in questa direzione e chiedere agli operatori culturali di scrivermi proposte, suggerimenti su una casella di posta dedicata (cultura@loredanacapone.it), per aiutarmi a consegnare alla città un programma sulla cultura valido e condiviso da tutti.