Un precedente beneaugurante c’è già. Da quanto si è visto non si potrebbe escludere il prosieguo della saga…
Serse Cosmi potrebbe entrare nella storia del Lecce così come vi entrò, la prima volta, Delio Rossi con i suoi prodi. Allora non ci fu bisogno di Tom Cruise ma bastarono Sicignano, Bolanho e Franceschini a replicare sul campo quel bellissimo film oggi, visto che anche al cinema Tom Cruise ha abbandonato questo soggetto, potrebbero bastare Miglionico, Blasi, Boijnov, Seferovic, Di Matteo, Del Vecchio.
Come si può vedere, si tratta di una mezza rivoluzione con la squadra impostata su altre basi. Mi ha colpito, in particolare, l’affermazione di Cosmi che ha preteso calciatori di “sana ignoranza” evidenziando, così, come in questa squadra oggi ci vogliono solo e soltanto guerrieri e non signorine poco motivate. La cessione di alcuni elementi, se è vero che è servita a far cassa, è anche vero che ha consentito la venuta di qualche operaio disposto al sacrificio. C’è anche da precisare che tutti gli elementi sono di gradimento del tecnico che spera così di rifarsi una verginità nella massima serie, verginità che aveva smarrito fra Livorno e Palermo.
Ma, detto questo, siamo sicuri di potercela fare? Il compito è più arduo rispetto al 2003-04 perché il quartultimo posto è leggermente più lontano rispetto ad allora; gioca, però, a vantaggio il fatto che ci sono due partite in più nel girone di ritorno rispetto ad allora (il campionato allora era calibrato su 34 partite e non su 38 come adesso). Ma l’elemento che può indurci a sperare è rappresentato dalla maggiore continuità dimostrata dalla squadra, da una consapevolezza dei propri limiti ma anche del proprio valore e dal fatto che le varie grandi del campionato non sono riuscite, comunque, a fare delle passeggiate contro questa squadra che paga lo sbandamento di Milano (ma era senza portiere e questa volta si è visto quanto questo possa contare). Ci si potrebbe chiedere del perché se si gioca bene con Juventus, Inter, Milan (sì Milan!), poi si scivola con Chievo, Novara, Siena. La spiegazione potrebbe essere rappresentata dal fatto che contro quelle grandi il Lecce non abbia giocato da provinciale, mentre invece contro Cesena, Chievo, Bologna e quant’altri si trova subito di fronte delle provinciali affamate,ergo necessita domarle con le loro stesse armi.
La caratura di questi nuovi arrivi è abbastanza limitata dal punto di vista tecnico ma è collaudata al meglio dal punto di vista caratteriale. Giocatori nerboruti e tosti come Del Vecchio, abbiamo avuto già modo di valutarli proprio a Lecce così come Blasi che, se sorretto da una buona condizione fisica, potrà dare un supporto validissimo al centrocampo. Dovremo augurarci che abbiano la continuità e la voglia di provarci a fare qualcosa di grande. Attendo di vedere all’opera Boijnov, sperando che lui ce la metta tutta ma che anche la frangia dei tifosi che ha storto il muso, lo lasci lavorare in santa pace per il bene del Lecce e non succeda qualche incomprensione che possa creare un secondo caso Diamoutene. Questa abbondanza di centrocampisti (Del Vecchio, Blasi, Obodo, Giacomazzi, Grossmuller, Piatti) dovrebbe fornirci qualche garanzia in più rispetto a prima, così come la presenza di giovani come Muriel e Seferovic, insieme a Boijnov e Di Michele dovrebbe aver aumentato la potenza offensiva.
C’è, però, un giocatore dal quale mi aspetto molto ed è proprio il capitano. Lo sa Giacomazzi, presente nella prima “Mission impossibile”, che se dovesse replicare con la “Mission 2”, entrerebbe a vele spiegate nella storia del Lecce? E allora, dai Giaco, coagula attorno a te tutti i calciatori e tutti attorno al Serse per tentare l’impossibile! Ricordatevi tutti che “fatti non fummo a viver come bruti, ma per seguir virtute e serie A”