Ancora una volta, le internalizzazioni nella Asl di Lecce finiscono nella bufera. A voler vederci chiaro è la Procura della Corte dei Conti di Bari, che ha ritenuto fondato l’esposto presentato il 7 novembre scorso dalla Federconsumo.
Nessuna archiviazione, dunque. La vertenza per verificare l’esistenza o meno di un danno erariale è aperta. Il procuratore generale Francesco Lo Russo ha assegnato il fascicolo ad un magistrato del suo staff e in rassegna passeranno i principali documenti economici della società inhouse, a totale capitale pubblico, della Asl, Sanitaservice. Non il bilancio, non ancora pronto, non i documenti economici trimestrali, che pure avrebbero dovuto essere pubblicati. L’esposto di Federconsumo fa riferimento, invece, al Business plan e alla relazione stilata da Stefano Adamo, Preside della Facoltà di Economia all’Università del Salento. Adamo ha dimostrato, nel suo studio, l’antieconomicità dell’operazione che il primo maggio dello scorso anno ha portato al passaggio di 680 operatori dall’Ati Cns Biologica a Sanitaservice. L’assorbimento dei lavoratori addetti alle pulizie e ausiliariato negli ospedali del leccese comporterebbe un aumento dei costi di gestione del servizio che oscilla tra i 2.200.000 euro ai 9.230.000 euro. Federconsumo ha chiesto di “accertare eventuali responsabilità contabili da parte dei funzionari che hanno dato corso all’iniquo processo e responsabilità anche di quelli che, con comportamenti eventualmente omissivi, non procedano alla revoca della scelta di internalizzazione nonostante l’aggravio dei costi”. La diffida ad indire una nuova gara pubblica, presentata al Direttore generale Mellone, però, non è stata presa in considerazione. Sarà la Corte dei Conti, ora, a stabilire la bontà finanziaria di quell’operazione.