Il carcere di Lecce dovrà pagare il risarcimento a quattro detenuti. Così ha deciso il Tribunale di Sorveglianza, che ha condannato l’amministrazione del penitenziario leccese di Borgo San Nicola a risarcire quattro detenuti, tre italiani ed uno straniero. Secondo i giudici, il carcere “lede la dignità ed i diritti”.
I quattro detenuti avevano presentato ricorso contro l’amministrazione penitenziaria a causa, secondo quanto da loro denunciato, del trattamento inumano e degradante registrato nel supercarcere, avanzando inoltre la richiesta di indennizzo pari a circa 600 euro, come risarcimento fisico e morale, per ogni mese di reclusione trascorso.
Il problema del sovraffollamento del penitenziario leccese è un problema noto e ancora irrisolto. Gli ospiti del carcere di Borgo San Nicola, in numero doppio rispetto a quelli dei posti disponibili, devono dividere la loro stanza, della grandezza di 11,5 mq, con altri due “inquilini”. Circostanze che, tuttavia, anche alla luce dello spazio calpestabile da ogni detenuto (di appena 1 metro e mezzo), violerebbero non solo il regolamento penitenziario, ma anche, e soprattutto, l’articolo 27 della Costituzione Italiana, secondo il quale “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, dunque, non garantirebbero il fine rieducativo della pena.
La sentenza è stata emessa dal giudice Luigi Tarantino, che ha riconosciuto ai quattro detenuti “lesioni della dignità umana, intesa anche come adeguatezza del regime penitenziario, soprattutto in ragione dell’insufficiente spazio minimo fruibile nella cella di detenzione”, oltre ad un risarcimento economico dei danni non patrimoniali.
I detenuti erano assistiti dall’avvocato Alessandro Stomeo.