Sgominata una baby gang composta da cinque minorenni e due maggiorenni, tutti di Gallipoli, tutti denunciati con le accuse di ricettazione, concorso in furto aggravato e danneggiamento.
I poliziotti li ritengono infatti responsabili di numerosi furti ed atti di danneggiamento commessi nella città jonica negli ultimi due mesi.
Le indagini sono state avviate dopo ripetute irruzioni notturne in alcuni istituti scolastici della cittadina ionica, nel corso delle quali erano state portate via apparecchiature elettroniche e scassinati distributori automatici di snack e bevande. Stessa sorte era toccata in diverse occasioni, alle macchinette automatiche presenti nello stadio gallipolino “A. Bianco”.
L’ultimo episodio la scorsa domenica.
Grazie ad alcune riprese effettuate da telecamere opportunamente occultate, gli agenti hanno individuato i primi due componenti della baby gang, C.D., del ’93 e P.D. del ’94, i quali con estrema disinvoltura si erano introdotti nei locali, prelevando dalle macchinette le monete in esse contenute, dopo averne scardinato gli sportelli. I successivi servizi di osservazione, consentivano ai poliziotti di individuare gli altri presunti componenti della baby gang. Si tratta di S.L. del ’95, O.G. del ’94, S.G. del ’94 e D.R.A. del ’94. Nelle perquisizioni a casa dei giovani, gli agenti hanno rinvenuto otto dei dieci computer portatili trafugati durante la notte del 5 gennaio scorso dall’Istituto Professionale “Leonardo da Vinci”, che venivano sequestrati e che verranno al più presto restituiti alla struttura scolastica. La stessa notte analoghe effrazioni erano state compiute presso la sede distaccata dell’Istituto Nautico e presso il Primo Polo, facenti parte di un unico plesso. Anche la notte di capodanno c’era stata un’irruzione nella sede centrale dell’IPSIA, dove avevano scardinato le macchinette, impossessandosi delle monete in esse contenute.
Il settimo indagato, F.S. dell’89, apparentemente estraneo alle dinamiche operative del gruppo, risponde di ricettazione, essendo stato trovato in possesso di uno dei pc rubati, cedutogli dagli autori del furto.
Nel corso degli ulteriori approfondimenti investigativi alcuni dei giovani indagati hanno ammesso le loro responsabilità, mentre altri hanno preferito continuare a negare ogni addebito.
Sono in atto ulteriori accertamenti finalizzati all’acquisizione di elementi di responsabilità per altri episodi analoghi.