“C’è poco da dire, è un esperienza fatta, giusta o meno sarà stabilito in sede di processo. Farò subito un controllo completo, c’è poco da scherzare con il cuore. Se ho superato questa esperienza è stato grazie alla solidarietà degli altri detenuti. C’è molta solidarietà umana in carcere”. Sono state queste le prime dichiarazioni di Buonerba.
I termini di custodia cautelare sono scaduti e il professore leccese è tornato a casa. Poco prima delle 15 ha abbandonato il carcere di Borgo san Nicola. Visibilmente trascurato ma piuttosto sereno, l’ex consulente giuridico dell’ex sindaco di Lecce è tornato in libertà dopo 3 mesi di detenzione preventiva. 90 giorni che ha trascorso in prigione dopo essere stato arrestato, il 13 dicembre scorso dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Lecce che stanno conducendo l’inchiesta sulla realizzazione del filobus. Buonerba è accusato di concussione.
Per il procuratore Cataldo Motta e l’aggiunto Antonio De Donno, titolari del fascicolo, avrebbe indotto il professore Giordano Franceschini a pagare tangenti per 659mila euro in cambio dell’incarico di progettista del filobus. Un’ accusa che il Tribunale del riesame ha riqualificato in corruzione, dimezzando così i termini di custodia cautelare in carcere, da 6 a 3 mesi. E i 3 mesi sono scaduti proprio nelle scorse ore. La cosiddetta carcerazione preventiva decisa sulla base delle esigenze cautelari (pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove) è finita. Buonerba resta ovviamente indagato a piede libero. L’inchiesta infatti va avanti e la procura con ogni probabilità chiederà un ulteriore proroga delle indagini che proseguono lungo le linee guida tracciate dagli inquirenti: la politica, il gruppo politico di AN, tirato in ballo i nnanzitutto dallo stesso Franceschini, e poi la massoneria, a cui alcuni dei protagonisti di questa vicenda sono legati.