“È più di un secolo che le donne lottano, ieri per il “il pane e le rose”, oggi per vedersi riconosciuto “il diritto di accesso al lavoro”. Lo dichiara l’on. Teresa Bellanova. “Nel corso degli anni abbiamo ottenuto tante conquiste e maturato molti diritti, ma c’è ancora tanta strada da fare
affinchè i diritti formali si trasmormino in diritti sostanziali.
I dati, in tal senso, parlano chiaro: l’occupazione femminile in Italia continua ad essere penalizzata. E continua ad essere penalizzata tanto nella quantità che nella qualità. Il lavoro delle donne continua ad essere concentrato, di fatto, in occupazioni precarie, atipiche e a tempo parziale, nonostante le stesse fuoriescano dai luoghi di formazione con risultati mediamente superiori agli uomini. Sulla discriminazione di genere continuano a pesare fattori quali: la divisione ineguale del carico di lavoro familiare, la mancanza di strutture per l’infanzia utili a coadiuvare la donna nel lavoro di cura. Per non parlare poi dei casi in cui a discriminazione si aggiunge altra discriminazione: solo l’undici per cento delle donne disabili lavora.
Autorevoli studi hanno acclarato che se soltanto si riuscisse a portare l’occupazione femminile ai livelli di quella maschile il PIL dell’Eurozona aumenterebbe di tredici punti percentuali e quello italiano addirittura di ventidue. Per camminare lungo questo percorso è indispensabile mettere in atto un cambiamento culturale accompagnato da politiche pubbliche che diano reale sostegno alla partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e dell’economia di questo Paese. Le donne lo chiedono da troppo tempo ed il Paese, oggi più che mai, ha bisogno anche del loro apporto.
Un primo segnale di risveglio culturale, dopo un periodo di buio profondo, si sta delineando proprio in questi giorni. È ripreso, infatti, il lavoro in Parlamento su una legge che torni a vietare la barbarie delle “dimissioni in bianco”.
Ritengo sia giunto il momento di attivarsi per costruire risultati concreti affinchè l’otto marzo non rischi di diventare solo una giornata della memoria di tante importanti vittorie passate, ma avvii una nuova epoca, in cui sia finalmente riconosciuto alla donna il ruolo di risorsa reale e indispensabile per la società. Ruolo che le è sempre appartenuto, ma che troppo spesso le è stato negato”.
“La ricorrenza dell’8 marzo non sia una mera festa consumistica, ma rappresenti una seria e matura riflessione, da parte di noi uomini soprattutto, su quanto la donna sia ancora lontana dal raggiungere quella pari dignità di cui tanto si parla”.
È quanto dichiara il consigliere della Regione Puglia e presidente di “Moderati e Popolari”, Antonio Buccoliero, che interviene in occasione della festa delle donne dell’8 marzo.
“Al di là del significato storico e senz’altro importante dell’otto marzo – prosegue Buccoliero – è sotto gli occhi di tutti come la donna sia spesso considerata un oggetto ad uso sessuale, politico e familiare, senza che ci sia una reale presa di posizioni da parte della cosiddetta società civile contro un’agire degradante, violento e consumistico nei confronti dell’universo femminile.
Le donne, infatti, continuano ad essere vittime di violenze inaudite, che spesso si consumano tra le pareti domestiche e ad opera di quei maschi chiamate a proteggerle; le donne continuano ad essere un oggetto sessuale, chiamato a soddisfare appetiti di uomini e mass media; le donne continuano ad essere utilizzate in politica, dando loro uno spazio, che il più delle volte si rivela fittizio o limitato; le donne continuano ad occupare posti di secondo piano in ambito lavorativo, pur dimostrando spesso competenze e preparazione superiori rispetto ai loro colleghi maschi.
Eppure, le donne sono il faro chiamato ad illuminare il percorso arido e stereotipato di una società, che se perde di vista il valore del rispetto nei riguardi di coloro chiamate a dare, a difendere e ad esaltare la vita, è destinata a perdersi per sempre.
Alla forza delle donne, al coraggio delle donne salentine in maniera particolare – conclude Buccoliero – va l’augurio più sincero, perché sappiano insegnare al mondo maschile quel rispetto profondo e sincero verso la donna, che non può e non deve limitarsi ad una sola giornata”.
In occasione della Festa della donna dell’8 marzo, l’assessore alle Pari opportunità della Provincia di Lecce Filomena D’Antini Solero dichiara: “In questo giorno speciale, sento di dover ringraziare tutte le donne per ciò che fanno nel loro vivere quotidiano. Come donne, mogli, madri, lavoratrici. Ogni giorno le donne si prendono cura di chi e di ciò che le circonda con dedizione, in famiglia, come sul luogo di lavoro”.
“Le donne – prosegue l’assessore alle Pari opportunità – hanno il dono della maternità, sia reale o spirituale. Credo che in questo stia il segreto della loro capacità di occuparsi con amore di chi è loro vicino o di ciò che fanno. Le donne hanno una predisposizione naturale, che riversano nel mondo, a far bene perché sanno voler bene”. “Semplicemente per questo – conclude l’assessore D’Antini – sento di dover dire loro grazie”.
La Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecce vuole ricordare la giornata dell’8 marzo “Festa delle donne”, ripensando e proponendo una nuova categoria per festeggiare questa ricorrenza dedicata al mondo femminile. “Quest’anno, abbiamo deciso di celebrare l’anniversario organizzando non un evento, ma strutturando un avvenimento intorno alla forza rivoluzionaria delle idee. La scelta scaturisce dall’intima convinzione che la sostanza di un atto nasce dalla forma di un pensiero che, per la sua propria e intrinseca intensità, è esso stesso azione reale. Per questo ricordiamo e festeggiamo questo giorno affidandoci alla potenza innovatrice delle parole. Vogliamo portare l’attenzione sul caso di Rossella Urru”, scrivono in una nota le componenti della Commissione .
“La giovane donna di 29 anni, originaria della Sardegna, lavorava da due anni in Algeria come cooperante al Cisp, il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli. Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre, mentre prestava la sua attività di volontariato alle sventurate popolazioni dei campi profughi di Hassi Raduni, è stata sequestrata da un gruppo dissidente dell’Aqmi, insieme ad altri due cooperanti spagnoli, Ainhoa Fernandez de Rincòn ed Enric Gonyalons. A dicembre una costola dissidente di Al Qaida ha rivendicato il rapimento, diffondendo un video che provava la veridicità della fonte e testimoniava che i tre rapiti erano ancora vivi. Il caso trattato dalla Farnesina con una iniziale discrezione, al fine di evitare la compromissione delle trattative e la conseguente liberazione, ora è caduto nell’oblio”.
“Come Commissione ci facciamo promotrici di questo gesto di sensibilizzazione per evitare che la discrezione diplomatica, pur doverosa, diventi oblio istituzionale. Abbiamo pensato che l’idea di festeggiare le donne coniugando il passato di comuni lotte femminili al presente di irrisolte questioni socio-politiche, fosse il modo migliore per costruire un ponte nuovo verso future conquiste”.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, di seguito un commento di Paola Martino, Consulente di Fiducia dell’Università del Salento:
«La Giornata Internazionale della Donna è un’occasione non rituale per le donne che da sempre conducono importanti battaglie – dal riequilibrio della rappresentanza di genere nelle istituzioni al diritto alla maternità, dal diritto al lavoro alla condivisione del lavoro di cura, dalla lotta agli stereotipi all’affermazione della donna per le sue competenze e non per il suo corpo – e sono in prima linea sia per la difesa dei diritti acquisiti che per rivendicarne di nuovi.
L’Università del Salento è impegnata in questo senso anche grazie al lavoro della Consulente di Fiducia, che offre consulenza e assistenza a coloro che, nell’ambito delle proprie attività di lavoro o di studio presso l’Ateneo, sono vittime di molestie sessuali o di comportamenti lesivi della dignità della persona. La Consulente promuove inoltre iniziative di sensibilizzazione, di informazione, di prevenzione delle molestie e di promozione del benessere lavorativo.
Ricopro questo ruolo da poco più di un anno e sto lavorando molto per far conoscere questa figura e le sue competenze all’interno dell’Università, ma soprattutto per conquistare la “fiducia” delle studentesse, affinché capiscano che possono contare sul mio aiuto e sulla mia guida per superare eventuali momenti difficili. Ogni momento utile per far sentire la nostra voce di donne e per sottolineare il nostro contributo allo sviluppo della società è importante e mi auguro, quindi, che anche in questo 8 marzo sia prevalente la voce delle donne e non degli uomini che parlano delle donne».
“Mi sia consentito – afferma Wojtek Pankiewicz – rendere omaggio a tutte le donne leccesi. Ma, perché l’8 marzo non sia solo un evento puramente generico e celebrativo che dura quanto un rametto di mimosa, desidero proporre una brevissima riflessione : nella nostra cità sono quasi totalmente assenti politiche per le pari opportunità e politiche sociali di sostegno al ruolo femminile. Sono quasi totalmente assenti politiche per la valorizzazione del ruolo sociale e culturale della donna. I candidati sindaco prendano impegni seri su questo punto, anziché organizzare estemporanei, effimeri incontri all’insegna dell’evasione.”
In occasione della festa della donna, il candidato sindaco alle elezioni comunali, il prof. Luigi Melica, si augura che la festa di oggi sia servita a corroborare una serie di punti fermi sul ruolo della donna nella società odierna.
«Mi duole con rammarico rilevare come la presenza delle donne nelle posizioni apicali sia oggi ancora assolutamente insoddisfacente per una democrazia che pretenderebbe di essere avanzata. La loro presenza nelle istituzioni è ancora esigua, basti pensare al Consiglio Superiore della Magistratura, che su 27 componenti, ha solo due donne. Altrettanto vale per le autorità indipendenti: dall’Autorità garante per la Concorrenza e il mercato ove il rapporto è di una donna su 4, compreso il presidente; all’Agicom, autorità garante per le comunicazioni, nella quale su 15 incarichi apicali solo uno è occupato da una donna; alla Commissione di garanzia per lo sciopero, dove il rapporto è di un quinto. Anche i vertici degli ordini professionali, a partire dagli avvocati, commercialisti, ingegneri, ecc. solo raramente sono coperti da figure femminili.
E la situazione è altrettanto sconfortante nel mondo dell’impresa, in cui le donne manager non superano il 13% (dati europei).Anche la Giunta comunale, con l’eccezione dell’assessore allo Sport, è composta completamente da uomini.
Mi sento dunque di lanciare un appello affinché finalmente il ruolo della donna sia riconosciuto per le capacità e le professionalità che lo contraddistinguono, per porre fine a questa grave arretratezza del nostro sistema.
A partire dal Comune, il Terzo polo si impegnerà a inserire le donne, selezionate per la sola professionalità, in tutti i vertici dell’amministrazione».