Fa un certo effetto rivedere, uno accanto all’altra, Paolo Perrone e Adriana Poli Bortone, dopo tre anni di veleni e feroci polemiche. Tre anni, in cui i due e le rispettive parti politiche se ne sono detti di tutti i colori.
L’ultima volta che il sindaco e la senatrice si erano visti insieme, a Palazzo Carafa era la primavera del 2009. E si trattava della prima seduta di un consiglio comunale, dopo la «cacciata» della Poli dalla Giunta Perrone.
Ora la ragion di coalizione (nello specifico, impersonata da Raffaele Fitto) impone che i due si facciano vedere insieme. Perché le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio si avvicinano. E la prospettiva di affrontare le urne separati avrebbe comportato il rischio concreto di perdere la roccaforte del Comune di Lecce. Come accadde nel ’95, quando divenne sindaco il compianto Stefano Salvemini, approfittando della spaccatura tra An e Forza Italia, che sostenevano rispettivamente Franco Faggiano e Giorgio Quarta Colosso. Ora i due partiti si sono fusi nel Pdl che, dopo le primarie del 26 febbraio, ha deciso di puntare nuovamente su Perrone. E Io Sud farà una lista a sostegno di quest’ultimo. Una lista, in cui non ci sarà la Poli. Perché una cosa è farsi vedere insieme ad un convegno su crisi economica e prospettive del Mezzogiorno, un’altra è andare in giro e sul palco a chiedere il voto per quello che lei considera ancora il suo acerrimo nemico.
E, stando così le cose, è ovvio che per Loredana Capone e gli altri candidati a sindaco (Luigi Melica, Maurizio Buccarella e Antonio Capone) diventa più ardua l’impresa di strappare Palazzo Carafa ad un centrodestra di nuovo formalmente unito. Di certo, gli avversari punteranno a mettere in risalto le crepe di un patto elettorale che Perrone e Poli hanno, loro malgrado, dovuto sottoscrivere. Ma agli accordi stipulati in vista del voto non sempre corrisponde un’intesa politico-amministrativa duratura.