Un argomento apparentemente anacronistico e marginale per il Duemiladodici, ma realisticamente necessario. «Necessario perché quella delle donne si presenta come una sorte di “rivoluzione bloccata” che tiene ancora, in modo particolare, l’Italia e, soprattutto, il Mezzogiorno lontani dai parametri e dagli standard di altri Paesi europei. Necessario perché è ancora scarsa la presenza delle donne nei luoghi delle decisioni e del potere economico e politico. Necessario, infine, perché la difficoltà e la debolezza che continuano a segnare il rapporto tra donne e mercato del lavoro sono il sintomo e la ricaduta fenomenologica di un modello culturale di genere ancora asimmetrico e non egualitario». Così, domenica scorsa, alle ore 18.30, presso la Chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce, una delicata atmosfera di suoni ha “aperto le danze” del secondo appuntamento della Rassegna culturale di incontri letterari “Marzo D’Autrice”. A dare il cordiale benvenuto alla continuazione di questo percorso, promosso dall’Ufficio Provinciale della Consigliera di Parità, l’ideatrice ed organizzatrice della Rassegna, Alessia Ferreri, Consigliera Provinciale di Parità.
Le sue parole hanno ricordato ed, ancora una volta, evidenziato le finalità della Rassegna; snodandosi per tutto il mese di marzo, il terzo ed ultimo appuntamento questa sera, primo aprile, il progetto è nato con l’intento di avvicinare le autrici/scrittrici locali ai cittadini, promuovendo e valorizzando la cultura della differenza di genere attraverso la promozione del talento letterario locale femminile e la diffusione di una lettura dei testi più attenta agli aspetti in genere, favorendo, soprattutto, opere letterarie che possano valorizzare la cultura della differenza di genere.
Una manifestazione organizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Provinciale di Lecce, in collaborazione con la Commissione Provinciale Pari Opportunità e con alcune associazioni femminili molto presenti e capillari sul territorio provinciale.
Sul “podio” dei direttori dei lavori la “coordinatrice” del gruppo Alessia Ferreri, l’Assessore alla Cultura Simona Manca, il direttore del Museo Provinciale di Lecce “Sigismondo Castromediano” Antonio Cassiano, Pompea Vergaro, giornalista, critico d’arte e presidente dell’Associazione Culturale “L’Officina delle parole”, il docente di Estetica dell’Università del Salento Paolo Pellegrino, Maria Teresa Maglio, Presidente della Commissione Provinciale Pari Opportunità, e la scrittrice Letizia Carrera.
Una nuova disposizione del pubblico, della “platea” e del “palcoscenico”, che, in un libero “atteggiarsi” a semicerchio, ha reso l’incontro vivo, interessante ed accogliente ed ha permesso ai sette portavoce, chiamati a “rispondere” dell’ “oggetto in questione”, di creare nello “spettatore” un pensiero comune dal quale poter trarre una serie di possibili “riflessioni generative”. Ed è stato proprio questo, infatti, il “leitmotive” del secondo incontro di “Marzo D’Autrice”: parlare, riflettere, pensare. Fulcro la presentazione del libro “Donne e lavoro” di Letizia Carrera (Palomar ed.), ricercatrice di Sociologia Generale presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, che ha suscitato molti spunti riflessivi, dal concetto di “rivoluzione bloccata”, sopracitato, all’indagine statistica, alle interviste, dal carico di cura dei figli, elemento ancora di resistenza, e della casa, all’ “ossessivismo del linguaggio” «che opera e tradisce costantemente, in maniera inconsapevole, le nostre rappresentazioni».
“Donne e lavoro”, un volume a cura dell’associazione “L’Officina delle Parole” di Lecce, un modo per riflettere ed emozionarsi, «un percorso a tutto tondo che crea un clima molto particolare e disteso, un clima un po’ diverso, magari, rispetto ad un clima di rivendicazioni», così si è espressa Maria Teresa Maglio; e ancora «una testimonianza che parla, che fa palpitare un territorio che sta crescendo». Non soltanto un aspetto statistico, dunque, un elenco di numeri, ma una “constatazione d’atto” che cerca con occhio attento una chiave di lettura nuova ed aperta alle problematiche femminili ed al diritto delle donne.
In una “dialettica di dominanti e scelte” si sono inseriti gli interventi di Antonio Cassiano, che si è espresso sull’importanza dell’indagine dalla quale scaturisce la giusta competenza nel parlare, nell’erudire dell’argomento, e di Paolo Pellegrino il quale, facendosi portavoce di uno “scenario” ricco di filosofia e storia, è poi “approdato” con sottile naturalezza al problema dell’emancipazione femminile quale «processo concreto che parte dall’indipendenza economica».
Nel corso della serata si è ricordato il ruolo della consigliera e delle sue funzioni, in particolare la funzione di ispettore, che si preoccupa di verificare che non ci sia differenza di genere. Quando si parla di lavoro il suo compito è assolutamente centrale.
“Donne e lavoro”, «un discorso politico, non partitico», come ha affermato l’autrice, che sceglie di “accendersi” dai dati per rappresentare “ciò che accade” sulle orme di una labile e apparente convinzione comune che il problema dell’emancipazione della donna sia un aspetto appartenente al passato.
Un “presente-passato” che è storia; «la storia è importante, per sapere da dove veniamo», ha ricordato Pompea Vergaro, e non sono lontani i tempi, citando Virginia Woolf, in cui gli scaffali delle librerie risultavano vuoti di libri scritti da donne; nel primo Novecento esse si affiancavano o a uomini famosi, come ha fatto Dacia Maraini con Moravia, oppure usavano degli pseudonimi in fase di pubblicazione; in quest’ultimo caso, a volte, nella migliore delle ipotesi ciò causava la separazione della donna dal marito. Si è inserita in questo contesto la figura di Grazia Deledda alla quale, dopo i racconti appassionati che aveva già scritto e pubblicato, era stata attribuita la fama di ragazza poco seria che sicuramente non si sarebbe mai sposata.
Non sono, quindi, mancati i riferimenti, da parte del Docente di Estetica Paolo Pellegrino, a personaggi di rilievo, tra i quali quelli relativi ad Antonietta De Pace, “vittima” dei complimenti di Silvio Spaventa per essersi “comportata come uomo”ed alla famosa affermazione di Simone de Beavoir, secondo la quale “donne non si nasce, ma si diventa”.
Uno sfondo, accompagnato dalle corde calde del violino di Carla De Fabrizio e da quelle vocali di Elisabetta Opasich, che ha costruito, per citare ancora Pellegrino, “la donna complice”, complice in quanto libera nella scelta di essere madre o moglie.
Centro di discussione e di dialogo ancora il mondo dei lavori ed il mondo della vita, ricordando il sottotitolo del libro, in una sorta di riflessioni “matematiche”, legate a rapporti quantitativi, e di percezioni delle emozioni di tipo qualitativo.
“Donne e lavoro”, un libro definito da Cassiano «forse un po’ ostico da leggere, che non ha l’andamento della narrazione, sebbene sia presente, di tanto in tanto, l’elemento narrativo»; una ricchezza di dati e di fatti, «un’occasione in più per tornare a parlare di donne – ma anche di uomini – del loro mondo variegato, complicato, a volte contraddittorio», un desiderio di conciliazione tra famiglia e lavoro, ma anche uno stimolo alle ipotesi di strategie di intervento.
Il carattere dell’ “intermezzo musicale” sembrava, quasi, voler essere in “simpatica sintonia” con il carattere meditativo dell’opera di Letizia Carrera, accolta nella sacralità e nella bellezza del luogo.
Spunti di riflessione sonora per accompagnare il nostro pensiero: lo snodo, il punto focale sul quale si deve riflettere per andare avanti è proprio la cultura.
Un aneddoto narrato da Pompea Vergaro, nel corso dell’incontro, ha reso bene l’idea secondo la quale non esistono processi storici contro i quali non si può lottare. «C’era una foresta in fiamme e tutti gli animali cominciarono a fuggire per salvarsi; un uccellino aveva in bocca una goccia d’acqua. Gli altri animali lo guardavano esterrefatti, dicendo: – Ma cosa pretendi di fare con questa goccia nel tuo becco? E lui rispose: – Io faccio la mia parte. Se ognuno di voi farà la sua parte, vedrete che la foresta riusciremo a spegnerla».
A cura di Pamela Pinto