Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe stato un manto d’erba a salvare un pezzo di Otranto dalla speculazione edilizia? Eppure è così. Dopo dodici anni di braccio di ferro giudiziario, il Consiglio di Stato mette la parola fine alla pretesa della società Casevacanze s.r.l. di realizzare, in località Specchiulla, un villaggio
turistico di 800 posti letto in area agricola e sottoposta a vincolo paesaggistico. La società, infatti, si rifaceva ad un accordo di programma in variante allo strumento urbanistico generale; il procedimento era stato avviato e nella planimetria del PUTT la zona risultava non interessata da ulteriori vincoli specifici. La notizia dell’avvio del procedimento suscitava però notevoli conflitti nella comunità cittadina con l’intervento anche della magistratura penale, atteso che, a seguito di più puntuali verifiche nella zona, la stessa si presentava in realtà come interessata da una rigogliosa macchia mediterranea meritevole di protezione. Da qui la revoca da parte della Giunta Regionale della delibera di autorizzazione, anche a seguito di un diretto accertamento da parte dell’ufficio tecnico comunale. E’ in quel momento che la società ha deciso di adire il Tar Lecce, rivendicando il diritto al completamento della procedura. Il Tar ha rigettato, tuttavia, il ricorso presentato dal Comune di Otranto, “in cui si rilevava l’impossibilità giudica della localizzazione del grosso progetto turistico in quanto- spiega l’avvocato difensore, Pietro Quinto- la normativa del PUTT, che è tuttora operante sull’intero territorio della Regione Puglia, stabilisce che nelle aree ricoperte da macchia non sono autorizzabili nuovi insediamenti residenziali e produttivi”. Nell’appello di fronte al Consiglio di Stato, poi, il difensore della Società Casevacanze s.r.l. ha chiesto un riesame della fattispecie, affermando che non può essere considerata impeditiva una qualsiasi forma di macchia mediterranea quale vegetazione spontanea, essendo invece indispensabile una definizione puntuale della stessa come fattore ostativo alle opere di trasformazione. La sentenza odierna del Consiglio di Stato, invece, sposa le ragioni del Comune, stabilendo un principio che potrà guidare l’azione amministrativa degli altri comuni pugliesi: “la macchia mediterranea meritevole di tutela- continua Quinto- è quella che presenta una situazione vegetativa naturalmente equilibrata fatta di arbusti, essenze arboree e cespugli, oltre quella più tipicamente collegata alla degradazione dei boschi. In particolare per la situazione di Otranto si è in presenza della ‘gariga mediterranea’, che corrisponde appunto al concetto e alla funzione della macchia mediterranea in stretta connessione con l’aridità e la rocciosità dei suoli”. Ragione per cui, secondo il massimo organo di giustizia amministrativa “appare del tutto evidente che l’impatto di un villaggio turistico di 800 posti letto era pienamente incompatibile con le norme poste al governo del territorio”.