In quattro sono finiti sotto processo con l’accusa di circonvenzione d’incapace. La vicenda, già nota, è quella della nobildonna di Maglie Aniella De Marco, 88 anni, che sarebbe stata raggirata per quasi mezzo milione di euro.
Soldi che sarebbero transitati dai conti correnti bancari dell’anziana signora nelle tasche della figlia della sua governante Aniella Refolo, 36 anni. L’imputata si sarebbe anche appropriata di oggetti di valore della signora come un anello con zaffiri e brillanti, quattordici monete d’oro del periodo fra il 18esimo ed il 19esimo secolo e di mobili d’epoca come una libreria, due comodini, un comò ed una toilette.
Nel corso dell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero, finirono sotto sequestro un frantoio e un appartamento di proprietà della De Marco, che furono venduti ad un prezzo pari alla metà del valore di mercato: 350mila euro il frantoio di duecento metri quadrati in corte dei Droso, a fronte di una stima di 660mila euro. E 30mila euro l’appartamento di cento metri quadrati di via Ospedale, al cospetto del valore di 65mila euro. Con l’accusa di circonvenzione d’incapace, sono finiti sotto processo anche l’avvocato Vincenzo De Donno, 69 anni di Maglie, con la moglie Patrizia Lory, 64 anni ed il commercialista ed imprenditore Raffaele Cazzetta, 51 anni, di Palmariggi.
Il gup Carlo Cazzella, dinanzi al quale si è svolta in mattinata l’udienza preliminare, ha invece prosciolto “per non aver commesso il fatto” il notaio Giovanni De Donno, 46 anni, di Maglie, assistito dall’avvocato Luigi Covella.
A dare il via alle indagini gli esposti presentati da una parente della De Marco con l’avvocato Antonio Mazzeo.
Il processo avrà inizio il 19 settembre prossimo, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Maglie.