Aumentano i contribuenti leccesi e i redditi dichiarati. A rilevarlo è l’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce che ha analizzato i dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, ai fini dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef).
In particolare, nel 2011, i residenti del capoluogo che hanno presentato la dichiarazione sono stati 44.584 (contro i 44.182 del 2010). Vale a dire 402 in più, pari ad un tasso dello 0,91 per cento. L’ammontare imponibile complessivo è stato di un miliardo e 192 milioni (contro un miliardo e 160 milioni del 2010). L’incremento è stato di trentuno milioni e mezzo, pari ad un aumento del 2,72 per cento.
In 4.220 hanno percepito più di 50mila euro, di cui 972 hanno dichiarato oltre centomila euro, in 1.363 un importo fra 70mila e centomila, in 765 da 60mila a 70mila e in 1.120 fra 50mila e 60mila. In 6.253 non superano, però, la soglia dei 10mila euro.
La fascia di reddito che include più contribuenti è quella fra 15mila e 20mila (7.555). Segue quella fra 20mila e 26mila (7.404). Ma quella più consistente, guardando almeno al gettito fiscale, è quella fra 26mila e 33.500 che, complessivamente, ha dichiarato 207 milioni e 877mila euro.
Rispetto all’anno precedente, la fascia che è cresciuta di più è quella che ha dichiarato oltre centomila euro. Passa, infatti, da 880 contribuenti a 972, con un incremento del 10,45 per cento, mentre l’ammontare complessivo da 139 milioni sale a 158 milioni, pari ad un tasso del 13,38 per cento. Cala, invece, per numero di contribuenti, la fascia 4mila-5mila (-19,62 per cento). Riguardo all’ammontare dichiarato, la fascia 3mila-4mila «crolla» del 21,96 per cento.
«Gli ultimi dati – spiega il direttore di Confartigianato Imprese Lecce, Amedeo Giuri – diffusi dal Ministero dell’Economia e delle finanze, relativi alle dichiarazioni dei leccesi presentate nel 2011 (anno d’imposta 2010) sono in linea con le attese. Impressiona, però, la crescita dei contribuenti nella fascia più alta, quella che ha dichiarato più di centomila euro. In questo caso, infatti, i contribuenti sono passati da 880 a 972, per un ammontare complessivo di 158 milioni. Il tasso di crescita è del 13,38 per cento. Una percentuale inaspettata, considerati i tempi che corrono. O, forse, perché la forbice che separa i ricchi con i poveri si sta sempre più allargando».
E’ bene ricordare che la scadenza per pagare l’Irpef è fissata a lunedì 18 giugno (in quanto il 16 cade di sabato). Oltre all’Irpef, si pagano anche le addizionali regionale e comunale, a meno che i redditi siano esenti dall’Irpef oppure sono soggetti all’imposta sostitutiva o a tassazione separata. Sono esenti, inoltre, i leccesi che dichiarano fino a 12.500 euro.
Per calcolare l’addizionale comunale, si applica lo 0,7 per cento alla base imponibile (che equivale al reddito complessivo al netto degli oneri deducibili e della rendita dell’abitazione principale).
Riguardo all’addizionale regionale, si applica, invece, l’1,53 per cento se il reddito non supera i 28mila euro, altrimenti l’aliquota sale all’1,73 per cento.
A differenza dell’addizionale regionale che è dovuta alla Regione, nella quale il contribuente ha il domicilio fiscale al 31 dicembre, quella comunale è dovuta al Comune nel quale il contribuente ha il domicilio fiscale al primo gennaio. Inoltre, solo per quella comunale, è dovuto anche un acconto, per l’anno successivo, nella misura del trenta per cento.