Casarano e Gallipoli travolti da un insolito destino: chiusi i punti nascita e parto difficile anche per le rispettive giunte. I due sindaci accomunati da una vittoria sorprendente (Stefano ha espugnato una roccaforte della sinistra, mentre Errico ha neutralizzato l’egemonia di Vincenzo Barba)
ora si giocano la partita delle chiusure dei repartidi ostetricia: uno dei due soccomberà.
L’assessore provinciale all’ambiente ha il dente avvelenato: «Abbiamo fatto ricorso, insieme a tutti i sindaci del comprensorio, stiamo adottando una delibera di giunta chiedendo la revisione del disposto della delibera del governo regionale, poi sabato faremo una grande manifestazione pubblica, alle 19. Stiamo studiando tutte le motivazioni e domani mattina daremo l’incarico a un avvocato di Bari, perché sono chiamati a decidere i giudici del Tar di Bari». La sinergia con Gallipoli e Nardò, però, non c’è: ognuno gioca per sé, le proteste viaggiano su binari diversi.
Il sindaco di Casarano, Gianni Stefano, non riesce a mandare giù la decisione dell’amministrazione Vendola: «Credo che si siano resi conto della stupidaggine che hanno fatto lasciando scoperta tutta l’area jonica: ora, forse, faranno un passo indietro e dovranno scegliere tra Gallipoli e Casarano. La Commissione tecnica aveva optato per Casarano: ora non vorrei che rimanesse in piedi il punto nascita dell’amministrazione ‘amica’, per questo facciamo ricorso».
I problemi non sono solo di carattere sanitario per il sindaco Stefàno: anche la sua giunta stenta a nascere. C’è il problema Pdl, che pretende un lauto compenso, avendo totalizzato più voti di tutti: uno degli assessorati in palio spetterebbe all’imprenditore Alberto Vizzino, primo degli eletti, e l’altro a una donna, Antonella Dorelli. La seconda donna della giunta dovrebbe essere Matilde Macchitella, eletta nella lista del sindaco. Il problema è che Stefano non è ancora riuscito a trovare la quadra e i malumori nel suo partito aumentano, anche se tutto dovrebbe risolversi per questo weekend.
A Gallipoli, invece, la situazione potrebbe complicarsi per il sindaco Francesco Errico: le sue sorti sono nelle mani della Commissione elettorale che dovrà sancire se il numero dei consiglieri di maggioranza sarà dieci contro sette, oppure di nove contro sette. In quest’ultimo caso sarà più difficile governare, perché non sarà possibile dare un assessorato alla lista «Volta la Carta»: resterebbe a bocca asciutta Antonio Piteo(oppure Paolo Barba).
Il sindaco di Gallipoli ha già chiarito che la sua giunta avrà una connotazione politica: quindi, cercherà di premiare tutte le cinque liste che lo hanno supportato. La possibilità, però, che si trovi con un uomo in meno in maggioranza rischia di non far dormire sonni tranquilli a Errico, che proprio in serata ha incontrato Ruggeri per discutere del problema. Dalla segreteria provinciale dell’Udc giungono rassicurazioni: anche un verdetto sfavorevole della Commissione non sarebbe poi un dramma, perché ci sarebbero altri modi per consolare gli esclusi.
Intanto, emergono le prime indiscrezioni: la giunta Errico avrà solo una donna, ma probabilmente non sarà Antonella Greco, prima degli eletti del Pd, che ha problemi di lavoro. Quindi, la scelta sarà tra Federica Portolano(Udc), Sabrina Rolli(lista del sindaco) e Maria Teresa Perrone(lista del sindaco).
Il Pd, ora che la prima delle elette sembra aver rinunciato, punterà su Pietro Paolo Piccolo.
In queste ore il sindaco sta valutando se fare spazio in giunta a Quintana. Per quanto riguarda la lista «Gallipoli è tua-Fli- Dc» potrebbe incassare le deleghe assessorili l’avvocato Roberto Cataldi, perché Cristian Carroccia, ventenne primo degli eletti della lista, ha deciso di fare un passo indietro.
Errico avrebbe dovuto varare la sua giunta già oggi, ma ora è costretto ad aspettare la decisione della Commissione elettorale.
Intanto, il sindaco ha già revocato il nuovo regolamento commerciale, «perché conteneva misure che avrebbero provocato troppi contenziosi», inoltre ha evitato di inserire l’addizionale comunale per l’Imu. Poi, ci sarà il piatto forte, a settembre, quando si tornerà a parlare di porto turistico, il progetto che scatenò il divorzio tra Venneri e Barba, e che oggi un uomo vicino all’ex sindaco porterà sicuramente avanti.
Alberto Capraro