“Con riferimento alle problematiche in oggetto evidenziate, si rappresenta che, secondo quanto appreso dalle associazioni datoriali e, da ultimo, dal Presidente della Coldiretti, presente ad un incontro svoltosi il 18 maggio, presso la Provincia di Lecce, promosso su richiesta
della scrivente per la verifica di possibili percorsi utili a determinare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro nello specifico settore, il fabbisogno di manodopera stagionale per la raccolta delle produzioni agricole ha subito, quest’anno, una fortissima contrazione a seguito della crisi in atto.
Pertanto, non dovrebbero porsi, per la stagione 2012, le esigenze che avevano determinato, negli anni passati, una alta presenza di manodopera stagionale nell’area agricola di Nardò e che avevano portato all’amministrazione comunale, con la collaborazione della Provincia di Lecce, all’allestimento del campo presso la locale Masseria Boncuri.
Peraltro, un afflusso di manodopera non giustificato dalle cennate esigenze, potrebbe dare luogo al ripetersi di situazioni analoghe a quelle verificatesi nei mesi di luglio e agosto del 2011, per cui sarebbe opportuno che venissero attivate, al più presto, idonee forme di comunicazione dirette a scongiurare l’arrivo spontaneo di numerosi lavoratori stagionali che non sarà possibile impiegare.
Tanto si rassegna per le valutazioni di competenza, restando a disposizione per tutto quanto attiene all’attività propria di questo Ufficio”.
Questo è quanto scrive il Prefetto di Lecce, dott.sa Giuliana Perrotta, in una lettera inviata all’attenzione di: presidente della Regione Puglia, assessore regionale al Welfare, assessore regionale alle risorse agroalimentari, presidente della Provincia, Sindaco del Comune di Nardò e, per conoscenza, alla Cgil Lecce.
Ci sembra opportuno che gli organi di stampa – afferma in una nota la Cgil Lecce – siano messi a conoscenza della lettera che ci viene recapitata dalla Prefettura, dopo una nostra sollecitazione sulla situazione di lavoro e di accoglienza dei lavoratori stagionali nella zona di Nardò.
Ve ne inviamo i contenuti per comprendere meglio il motivo del nostro sconcerto.
Di fatto, sulla base di quanto afferma una sola associazione datoriale, Coldiretti, durante una riunione svoltasi in Provincia a cui i Sindacati non sono stati invitati, si decide di tenere chiusa la struttura di Boncuri.
È ancora viva in noi la memoria di quali fossero le condizioni vergognose in cui i lavoratori stagionali vivevano nel periodo di permanenza nella zona neretina prima dell’apertura di Boncuri: abbandonati in aperta campagna, a dormire al riparo degli alberi. La masseria Boncuri è una struttura che necessita sicuramente di adeguamento, ma rappresentava l’inizio di un percorso virtuoso, intrapreso in questi ultimi anni dalla Cgil e dalle istituzioni.
Stoppare senza opportunità di replica questo percorso virtuoso, già avviato, è veramente incomprensibile.
Vorremmo capire sulla base di quali dati Coldiretti avvalora la tesi di una contrazione della produttività, dovuta a crisi economica, tale da non richiedere più manodopera di lavoratori stagionali.
I lavoratori ci sono già, e stanno lavorando, le colture ortofrutticole (angurie e non solo) sono presenti in maniera massiccia nel territorio.
L’unica cosa che ancora una volta manca, nonostante le nostre continue richieste, è l’organizzazione dell’accoglienza.
Il fenomeno del caporalato nel Salento, dopo essere finito sotto i riflettori di tutto il mondo grazie alla lotta sindacale dei braccianti, ha subito un altro importante colpo di grazia con l’intervento della DDA.
Ora però sarebbe il momento di dimostrare che questo territorio è capace di rappresentare un esempio positivo in Italia di un’organizzazione dignitosa del lavoro e dell’accoglienza per i lavoratori stranieri.
Ma, per ottenere questo risultato, sarebbe necessario, a nostro avviso, l’impegno sinergico di tutte le componenti: innanzi tutto delle istituzioni, a tutti i livelli, e delle parti sociali.