E’ Iniziata ieri mattina in alcune delle Carceri Pugliesi la protesta pacifica dei detenuti che prendendo spunto dall’iniziativa promossa dal partito radicale, attuano una forma di non protesta non violenta per sensibilizzare il governo sulla grave situazione che si vive nelle carceri italiane.
Da Lecce a Bari e per altri Istituti della Regione per 4 giorni la parola d’ordine dei detenuti sarà “sciopero della fame e del silenzio” affinchè si torni a parlare di amnistia.
A Bari per esempio, i detenuti hanno chiesto che i generi di prima necessità che dovrebbero servire alla preparazione dei pasti sia distribuita alla Caritas .
Purtroppo il problema delle carceri entra ed esce dall’agenda delle priorità della politica con una velocità incredibile, senza che poi si affronti veramente il nocciolo della questione.
E’ chiaro che non ci sono le volontà politiche per portare a soluzione una situazione che fa vergognare tutta la nazione, poiché il tempo passa e nulla accade, se non la sistematica violazione di diritti.
La segreteria del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria in occasione di tale iniziativa da parte della popolazione detenuta, ha indetto delle assemblee in tutti gli Istituti della Regione al fine di valutare le misure più idonee da adottare considerato che la situazione diventa sempre più incandescente.
La grave carenza di organico che vede la Regione Puglia con un fabbisogno di almeno 500 agenti, non consente più di alcun giochetto poiché i carichi di lavoro hanno superato in maniera stabile le 8, 9 ore con un solo agente che in talune situazioni , deve controllare più di cento detenuti.
Dalle risultanze delle assemblee verranno fuori tutta una serie di iniziative, non escluse prese di posizione eclatanti le quali, sempre nel rispetto delle leggi, potrebbero portare al blocco di alcune attività interne alle carceri a seguito del rigido rispetto delle leggi e delle normative attualmente in vigore.
Il SAPPE si augura che in questi 4 giorni si ritorni a parlare di carceri e di possibili soluzioni per risolvere un problema diventato ormai urgente e non più eludibile.