Si stava recando verso la spiaggia di Capilungo nella marina di Alliste, insieme alla moglie e ad un’altra donna, Pasquale Briganti, 43 anni, di Lecce, ritenuto uno dei capi della Sacra Corona Unita, latitante dal 24 gennaio scorso quando era sfuggito all’operazione ‘Cinemastore’.
Durante l’esecuzione dell’ordinanza di carcerazione, che aveva riguardato complessivamente 49 persone, l’uomo non fu trovato ma scattarono immediatamente le sue ricerche con servizi di intercettazione, pedinamenti e ‘osservazioni’, estesi anche ai familiari e alle persone a lui vicine fino a scoprire che non era poi cosi’ lontano. Briganti, considerato il capo del clan sgominato a gennaio, dedito al traffico di droga e alle rapine, e’ stato catturato da agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce ieri pomeriggio dopo un appostamento iniziato dalle prime ore del mattino. Secondo gli investigatori ha vissuto la latitanza in modo particolarmente disinvolto. Le indagini che portarono all’operazione Cinemastore erano finalizzate anche a individuare gli autori dell’omicidio di Antonio Giannone, freddato la sera del 6 aprile del 2009 a Lecce.
Quando è stato fermato – raccontano gli investigatori – Briganti si è addirittura complimentato con gli agenti della squadra mobile, che gli davano la caccia da circa cinque mesi e mezzo.