E’ stata scoperta la ”particella di Dio”, ossia il bosone di Higgs grazie al quale ogni cosa ha una massa. Alla sensazionale scoperta ha dato il suo contribuito anche l’università del Salento, con il dipartimento di fisica e matematica, tra i 170 istituti di tutto il mondo a far parte dell’esperimento
denominato Atlas coordinato dall’Italiana Fabiola Gianotti.
L’esistenza della particella prevista 48 anni fa e’ stata annunciata oggi al Cern di Ginevra. I dati, accolti da un applauso fragoroso, sono stati presentati dagli esperimenti Cms, coordinato dall’americano Joseph Incandela, e Atlas, coordinato dall’Italiana Fabiola Gianotti. Entrambi indicano con un margine di errore vicino allo zero che il bosone di Higgs ha dimensioni comprese fra 125 e 126 miliardi di elettronvolt (GeV), ossia pesa fra 125 e 126 volte piu’ di un protone, una delle particelle che costituiscono il nucleo di un atomo.
E’ chiamata ‘particella di Dio’ perche’ grazie ad essa ogni cosa ha una massa e la materia esiste cosi’ come la conosciamo. I fisici preferiscono chiamarlo bosone di Higgs, dal nome del britannico Peter Higgs, che nel 1964 ne aveva previsto l’esistenza. Una particella come questa e’ necessaria: e’ l’ultimo mattone del quale la fisica contemporanea ha bisogno per completare la principale delle sue teorie, chiamata Modello Standard. Questo e’ una sorta di ”catalogo della materia” che prevede l’esistenza di tutti gli ingredienti fondamentali dell’universo cosi’ come lo conosciamo.