Svolta nelle indagini sulla morte sul lavoro in cui perse la vita agli inizi di luglio Antonio Morello, 54enne, operaio di Calimera, deceduto nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Potenza a due mesi di distanza dall’incidente avvenuto nel territorio di Calitri, in provincia di Avellino.
La procura di Potenza, competente per territorio, ha iscritto sul registro degli indagati i nomi di Rocco Gnoni, leccese, amministratore della societa Idrogeo srl, con sede nel capoluogo salentino e Francesco Grande, originario di Salve ma residente a Lecce, capo cantiere per conto della ditta. Dopo la morte dell’operaio, il capo d’accusa è stato riqualificato da lesioni personali aggravate in omicidio colposo e la Procura ha disposto una consulenza tecnica per accertare con esattezza la dinamica dell’infortunio. Il manovale, secondo quanto accertato dalle indagini, stava operando per conto dell’Acquedotto pugliese, al momento del tragico episodio che gli è costata la vita, dopo due mesi d’agonia. Era la mattina del 7 maggio quando rimase travolto da una trivella. I lavori erano in svolgimento nella zona dell’Alta Irpinia, al confine fra la Campania e la Basilicata. L’operaio stava eseguendo alcuni carotaggi in un cantiere dell’Acquedotto di contrada Fragine, quando l’attrezzo si piantò nel terreno, finendogli addosso. Soccorso dai suoi colleghi di lavoro, la situazione apparve subito grave, a causa delle fratture riportate, tanto che, dopo essere stato trasportato a Melfi, presso l’ospedale più vicino, fu poi trasferito con un’eliambulanaza nell’ospedale di Potenza. Dal reparto di rianimazione, dove fu ricoverato, purtroppo, Morello non è mai più uscito e dopo due mesi morì. Gli indagati, che al momento è bene precisarlo non si devono ritenere assolutamente responsabili per quant avvenuto, sono difesi dall’avvocato Mario Liviello.