La seconda sezione penale della Corte di Appello di Lecce, Presidente Giacomo Conte, nell’udienza dello scorso 12 luglio ha assolto Rosario Sebastiano Valentino, che, nella qualità di legale rappresentante della “Finanziaria Valentino s.p.a.” con sede a Copertino, era imputato per il reato di usura.
Secondo l’accusa nell’esercizio di attività di intermediazione finanziaria mobiliare, Valentino avrebbe erogato denaro contante in cambio di rilascio di effetti cambiari con applicazione di interessi superiori ai limiti previsti dalla legge 108/96.
L’operazione contestata a Valentino risaliva all’anno 1998 e in primo grado era stato ritenuto colpevole dal Tribunale di Lecce e condannato alla pena di un anno di reclusione e al pagamento di 4 mila euro di multa.
La Corte di Appello di Lecce, invece, ha ribaltato completamente l’impianto accusatorio e riformato la condanna di primo grado ritenendo Valentino assolutamente estraneo alle contestazioni a lui mosse prosciogliendolo con la formula perché il fatto non costituisce reato.
L’inchiesta venne messa in moto a seguito della denuncia presentata da un privato e si era attivata una corposa indagine della Procura di Lecce per cui erano state esaminate circa venti operazioni finanziarie intercorse tra la denunciante e la Finanziaria Valentino.
Nessuna censura o rilievo penale era emerso dall’attività di indagine sulle venti operazioni esaminate tranne che per quella che aveva determinato la condanna in primo grado di Valentino.
La Corte di Appello di Lecce con la sentenza dei giorni scorsi ha però accolto la tesi difensiva rimarcata in sede di discussione dal collegio difensivo composto dagli avvocati Paolo Spalluto e Anna Maria Ciardo che hanno rilevato l’assoluta correttezza tecnico–contabile da parte del legale rappresentante della “Finanziaria Valentino s.p.a.”, il quale come è risultato dall’istruttoria dibattimentale, ha operato nel rispetto dei tassi previsti dalla normativa anti–usura.