Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, interviene sulla drammatica situazione che si registra in diversi reparti dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Ultimo, in ordine di tempo, quello di Ginecologia e Ostetricia:”A estate ormai inoltrata, quando l’offerta sanitaria necessiterebbe di una implementazione
, ci ritroviamo costretti a parlare di turni di supplenza, di trasferimenti e di “tappare buchi” che sono ormai crateri. Il piano di riordino ospedaliero sta creando disagi a destra e a manca. Ultimi, in ordine di tempo, quelli che si registrano nel reparto leccese di Ginecologia e Ostetricia dove, nonostante i carichi di lavoro già considerevoli e per di più in regime di turnazione estiva, si pretende addirittura che i medici vadano a coprire i turni notturni nel presidio ospedaliero di Gallipoli che, secondo delibera regionale, dovrebbe essere già chiuso. Qui, invece, pur in assenza di personale medico-sanitario, perché trasferito, i ricoveri si susseguono e non si riesce a capire come far fronte alle esigenze di corsia. La pretesa copertura di 22 turni di guardia nell’U.O del Sacro Cuore gallipolino mi sembra improponibile, perché contribuirebbe a sguarnire un reparto (quello di Ginecologia del Fazzi) ormai punto di riferimento per l’intero territorio, considerata la chiusura dei punti nascita in provincia. Da quanto mi risulta, per di più, sono soltanto 15 i ginecologi in servizio al Fazzi, rispetto ai venti che risultano dalla pianta organica e che allo stato attuale sono esenti dal servizio.
Considerato, poi, che sono più di 1900 parti e circa 500 grossi interventi che nel capoluogo vengono svolti, non bisogna dimenticare che la legge esige che ci siano sempre almeno tre medici di turno, così come previsto in tutti i centri di Riferimento regionale. Mi sembra irragionevole e dannoso che si sguarnisca un Centro di Riferimento Regionale come il Fazzi, per andare a implementare una Unità Operativa in fase di chiusura, così come previsto dalle procedure di mobilità già attivate dalla Asl, con tutti i problemi che ne possono derivare per medici e pazienti. Sono a conoscenza della mobilitazione del sindacato Fesmed e della disponibilità al trasferimento dei medici negata dal Primario Antonio Perrone. Credo che con un po’ di coscienza e razionalità, anche la Asl dovrebbe meglio far fronte a una situazione di “disordine sanitario” che riguarda l’intero territorio regionale. La Regione decide e delibera le chiusure, i medici vengono trasferiti ma i ricoveri non vengono bloccati. Le soluzioni tampone, ancora qualcuno non l’ha ben compreso, non servono a nessuno. È evidente che organizzazione e capacità governativa non possono essere date per scontato”.