Si è da poco concluso, nel carcere di Lecce, l’interrogatorio di Giovanni Vantaggiato, imprenditore di 68 anni di Copertino reo confesso dell’attentato del 19 maggio alla scuola Morvillo di Brindisi, nel quale ha perso la vita la studentessa Melissa Bassi, e ritenuto responsabile anche dell’attentato effettuato il 24 febbraio 2008 a Torre Santa Susanna ai danni dell’imprenditore Cosimo Parato.
Proprio per questo secondo episodio, giovedì scorso i carabinieri hanno recapitato a Vantaggiato (detenuto in isolamento a Lecce dal 6 giugno, con le accuse di strage aggravata dalla finalità terroristica, costruzione e possesso di congegno micidiale) una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi, Milto De Nozza (che, questa volta, ha contestato il tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e il possesso ed esplosione di congegno micidiale), e disposta dal gip di Brindisi Paola Liaci. E’ stata lei, questa mattina, ad interrogare per circa un’ora Vantaggiato, alla presenza del suo avvocato, Franco Orlando. All’imprenditore viene contestato di avere posizionato dell’esplosivo in una bicicletta e di averla fatta esplodere nello spazio antistante il condominio di via Panarese, a Torre Santa Susanna, dove risiede appunto Cosimo Parato. Quest’ultimo era considerato da Vantaggiato responsabile di una truffa, attuata tra il 2006 e il 2007, e realizzata tramite il mancato pagamento di carburanti agricoli per un valore di 342.000 euro.
Per quella truffa Parato fu denunciato da Giuseppina Marchello (moglie di Vantaggiato e legale rappresentante della società di carburanti di Copertino) e, il 19 aprile scorso, e’ stato condannato dal Tribunale di Brindisi. La vendetta sarebbe alla base dell’attentato di Torre Santa Susanna, come Vantaggiato ha ammesso nell’interrogatorio del 18 giugno davanti ai magistrati Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi, che, sotto la direzione del procuratore di Lecce Cataldo Motta, indagano sull’attentato di Brindisi. Tale versione dei fatti è stata confermata nell’interrogatorio di questa mattina, nel corso del quale il gip Liaci ha chiesto di chiarire alcuni particolari relativi alla preparazione dell’ordigno con cui è stata fatta esplodere la bicicletta davanti a casa di Parato. Nel provvedimento con cui ha motivato l’ordinanza di custodia cautelare il giudice per le indagini preliminari ha parlato di “diabolica perseveranza manifestata nel portare a termine il progetto criminale, se si considera che lo stesso aveva tentato di uccidere Parato due settimane prima e non aveva potuto portare a termine il piano per il cattivo funzionamento del sistema di attivazione dell’ordigno”.