”Domani scriverò al Procuratore della Repubblica di Brindisi per conoscere, alla luce delle attuali evidenze processuali, e se possibile, l’identità di tutte le persone offese dal tragico attentato alla scuola Morvillo di Brindisi”.
Lo ha annunciato l’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile, Fabiano Amati, dopo avere avuto segnalazioni ”di mancata erogazione di un contributo economico in favore di studentesse non residenti a Mesagne, allo stesso modo meritevoli di attenzione”. Ieri una studentessa di 18 anni, residente a Tuturano, che in seguito all’attentato ha perso quasi del tutto l’udito, tramite il sua avvocato aveva segnalato all’ANSA che oltre alle cinque ragazze di Mesagne che hanno ricevuto attenzione e sostegno economico per le cure, lei e altri due ragazzi hanno subito gravi danni ma si sentono ”dimenticati”. ”Il contributo di euro 200.000 erogato dalla Regione sino a questo momento – spiega Amati in una nota – ha interessato le famiglie delle studentesse residenti a Mesagne, corrisposto sulla base di indicazioni nominative e quantitative pervenuteci dallo stesso Comune di Mesagne”. ”Ci viene ora proposto, e giustamente, – aggiunge – il dramma di altre famiglie di studentesse non residenti a Mesagne, rimaste allo stesso modo vittime dell’attentato, che hanno diritto per equità al medesimo trattamento contributivo”.
”Ad evitare tuttavia di intervenire solo sulle vicende ulteriormente segnalateci, rischiando cos di lasciare eventualmente prive di contributo altre studentesse che sinora non hanno inoltrato alcuna richiesta – precisa – abbiamo deciso di fare riferimento alla individuazione delle persone offese compiuta dalla Procura della Repubblica di Brindisi, così da ottenere una più puntuale ricognizione che ci consenta di adottare un nuovo provvedimento di erogazione di apposito contributo, qualora in favore di altre persone offese dovessero ravvisarsi sussistenti i criteri posti a fondamento nel procedimento di liquidazione del contributo in favore delle studentesse di Mesagne e delle loro famiglie”.