Con l’interrogatorio di Alessandro Polimeno, fratello di Andrea fortemente sospettato dell’omicidio di Valentino Spalluto, 20enne di Surbo, emergono altri importanti risvolti. Davanti al gip Ines Casciaro, Alessandro Polimeno, arrestato nella giornata di sabato con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ha riferito
che i circa 40 grammi di marijuana trovati all’interno del suo appartamento, un condominio al quinto piano in via Siracusa, erano destinati esclusivamente per un uso personale. Inevitabilmente l’interrogatorio è scivolato sull’omicidio. Alessandro ha riferito che a quell’ora riposava e di non aver sentito nulla. Secondo quanto riferito da alcuni famigliari, in particolare dalla moglie di Alessandro e dalla suocera di quest’ultimo, Andrea Polimeno sarebbe salito in casa del fratello e avrebbe chiesto alla moglie 100 euro poco dopo l’omicidio. E proprio le testimonianze dei parenti avrebbero indirizzato investigatori e inquirenti al secondo piano della stessa palazzina dove invece risiede il sospettato numero uno. Ma perchè quest’atteggiamento così sfrontato da parte dei famigliari nei confronti di Andrea tale da addebitargli responsabilità per l’omicidio. A quanto pare, tutto questo livore nei suoi confronti si dovrebbe attribuire a rapporti non proprio idilliaci tra il 23enne e i parenti. A loro dire, infatti, proprio per colpa del 23enne sarebbero state incendiate mesi fa le auto di loro proprietà e da qui la pesante ritorsione nei confronti di Andrea. Intanto il suo avvocato difensore Giovanbattista Cervo, se l’inchiesta dovesse andare avanti e il nome del suo assistito essere iscritto nel registro degli indagati, potrebbe chiedere una perizia. Polimeno, infatti, a seguito di un incidente stradale con il suo scooter, non avrebbe la piena sensibilità alle mani e per questo risulterebbe difficile che abbia potuto impugnare una pistola, per giunta una calibro 38, sparare da una distanza di 7-8 metri, per poi mirare e colpire con estrema precisione il suo potenziale obiettivo. Intanto le indagini proseguono. Sono state ascoltate altre persone in qualità di “informate sui fatti” e gli investigatori non escludono a priori che l’assassino possa essere qualcun altro proveniente sempre dalla 167 e il lavoro degli investigatori si sarebbe concentrato su alcuni giovani spacciatori della zona con diversi precedenti alle spalle.