Nicola Fratoianni, assessore alla Politiche giovanili, Cittadinanza sociale e Attuazione del programma della Regione Puglia e membro del coordinamento nazionale di Sel, è il braccio destro di Nichi Vendola: il governatore spesso preferisce affidare a lui la difesa della sua azione di governo.
Assessore, in questi giorni il clima è rovente in Regione: non attacca solo l’Udc, c’è anche il fuoco amico di Blasi e Maniglio. C’è una critica costante, soprattutto da parte di Salvatore Negro, che rimprovera a Vendola l’assenza dalla Puglia.
«Non è vero. Il presidente continuerà, come ha sempre fatto, a lavorare per un buon governo della Puglia, a prescindere dagli impegni di carattere nazionale».
Blasi dice che la candidatura di Vendola alle primarie «è l’emblema di un decadimento dello spirito pubblico, il declino della politica».
«Francamente il presidente della regione Puglia pensa alla sua regione 24 ore su 24. Abbiamo sempre detto che per migliorare le sorti della Puglia bisogna cambiare questo Paese partendo dall’esperienza di governo pugliese, con le sue tante innovazioni: un patrimonio straordinario che verrà messo a servizio della ricostruzione del centrosinistra».
Sì, ma il fuoco amico è ancora maggiore sulle politiche sanitarie. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Maniglio, ci è andato pesante: ha detto che Vendola ha fallito in questo campo.
«Non mi hanno mai preoccupato le critiche: io intendo questi interventi come polemica costruttiva. Se le polemiche non vengono in modo strumentale dall’opposizione, queste uscite le considero un contributo a migliorare e a correggere gli errori».
Anche sulle alleanze è arrivata la bacchettata di Blasi: il segretario regionale del Pd ha detto che Vendola è un ipocrita quando dice che non si può andare con L’Udc, perchéin Puglia Sel governa con i centristi in tante importanti città.
«Francamente non c’è niente d’ipocrita: c’è il giudizio su una politica e una prospettiva. L’Udc ripete come un mantra che dopo Monti ci dev’essere Monti e poi ancora Monti. Come se l’unica possibilità di risolvere la crisi sia quella delle politiche rigoriste. Noi crediamo che, invece, sia necessaria una discontinuità con il governo Monti: il rapporto con L’Udc oggi non è praticabile dal punto di vista del governo. Per noi governo significa cambiamento rispetto a Monti. Governare nelle città è cosa ben diversa».
Lei si interessa di politiche giovanili, ma cosa ha fatto la Puglia per creare occupazione vera?
«Intanto, credo che la discussione sull’occupazione debba partire dai dati dell’Istat, che dicono che la Puglia, nel secondo semestre 2012, è la prima regione in Italia per incremento occupazionale: più 55 mila occupati. È un trend decisamente positivo e più veloce delle regioni del nord. Bisogna tenere presente questo primo elemento prima di basarsi su supposizioni astratte. Il secondo elemento riguarda le politiche giovanili: su questo si possono fare tanti appunti, tuttavia le politiche giovanili di questa regione sono un fiore all’occhiello, riconosciute in tutta Europa come politiche d’avanguardia. Penso a ‘Bollenti spiriti’,‘Principi attivi’, ‘Ritorno al futuro’, ai ‘Laboratori urbani’: insomma, stiamo parlando di cose innovative, famose in tutto il mondo per aver creato opportunità, eventi, spazi per le nuove generazioni».
Congedo, però, ricorda, in un suo comunicato, che c’è la perdita del più 4 per cento di posti di lavoro.
«Congedo confonde i dati: una cosa è il tasso di occupazione e altra cosa è il tasso di disoccupazione. È possibile che aumenti il tasso di occupazione, quindi, che ci siano più persone che lavorano e nuove assunzioni, e, contemporaneamente, che ci siano nuovi disoccupati. Può succedere che ci sia questo doppio quadro anche perché possono aumentare quelli che vanno a cercare lavoro: possibile che gente che aveva smesso di cercare lavoro torni a cercarlo. Per noi è positivo che aumentino le richieste di lavoro, perché vuol dire che siamo stati in grado di combattere la rassegnazione. In questi giorni stiamo sperimentando un nuovo modello di centro per l’impiego alla Fiera del Levante, migliore e più evoluto, sull’esperienza di ‘Porta Futura’ a Roma, che sta ottenendo un successo straordinario: più di mille registrazioni in tre giorni. I giovani vengono in Fiera, registrano i loro curricula, si propongono e cercano nuove occasioni».
L’opposizione dice che avete perso il treno dei finanziamenti comunitari per le opere pubbliche, nonostante le ingenti risorse comunitarie del Por 2000-2006 e 2006-2013.
«Non è vero: abbiamo speso tutti i soldi comunitari, fino all’ultimo centesimo. La Commissione europea ha riconosciuto che la Puglia è la regione che spende di più e meglio i soldi comunitari. Anche Fitto ha riconosciuto la nostra azione: con l’ex ministro abbiamo collaborato per l’impiego delle risorse europee. Quando si fa una valutazione, bisogna farla in modo comparativo. Si pensi al Piemonte, che ha un governo amico: loro nel secondo trimestre sono calati di molto. La Puglia nel secondo trimestre 2012 è nettamente la migliore regione d’Italia. Inoltre, siamo i secondi nell’export: ci supera solo la Sicilia, perché esporta rifiuti».
Comunque, se si parla di politiche giovanili, si deve parlare di riforma del lavoro. Le piacciono gli interventi targati Fornero?
«No, la sua riforma è uno sfregio ai diritti del lavoratore e non produrrà maggiore lavoro: come sempre si parte dal punto sbagliato, tornando indietro su un presidio di democrazia importante come l’articolo 18. Ecco perché Vendola, due giorni fa, insieme a sindacati, associazioni e autorevoli esponenti del Pd, come Cofferati, ha depositato alla Corte di Cassazione due quesiti referendari che hanno l’obiettivo di modificare alcuni punti di una riforma che riteniamo sia una delle peggiori prodotte in questi ultimi anni».
Però, dal punto di vista della lotta al precariato, la riforma Fornero migliora la legge Biagi-Maroni, che rappresenta, almeno nella sua più bieca attuazione, un vero e proprio pastrocchio di pseudo-liberismo incline alla macelleria sociale.
«Il miglioramento è infinitamente al di sotto delle aspettative: restano sempre in piedi troppe tipologie contrattuali, ma nessuna scelta di controtendenza vera, non c’è un intervento decisivo per combattere il precariato. Noi, invece, abbiamo messo in campo le firme per una legge d’iniziativa popolare, per inserire una forma di sostegno al reddito che sottragga i giovani all’esistenza precaria».
Come riformerebbe il mondo del lavoro?
«Vanno ridotte all’osso le tipologie contrattuali: il contratto a tempo indeterminato deve ritornare ad essere il contratto normale, non quello a progetto, e poi possiamo immaginare qualche tipologia particolare per i lavori stagionali o in particolari settori nel mercato del lavoro».
Poi, c’è il dramma del popolo delle 600 e 800 euro: è necessario stabilire compensi adeguati a una vita dignitosa. Per esempio, nel campo dell’editoria, l’Ordine dei Giornalisti ha chiesto al ministro Fornero di introdurre l’equo compenso, ma lei non sembra molto interessata.
«Certo, questo è un problema serio: ecco perché non mi piace la riforma Fornero, perché non fa nulla in questo senso».
Alberto Capraro