Scarcerato per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e perché non si può ritenere che fosse al corrente su quanto trasportasse. I giudici del Tribunale del Riesame, Presidente Pasquale Sansonetti, a latere Giuseppe Biondi e Silvia Minerva, motivano così la loro decisione di scarcerare Massimo Macchia, 39enne leccese
, arrestato lo scorso 24 agosto con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nella sua macchina, i finanzieri, nei pressi della periferia di Poggiardo, trovarono oltre mezzo chilo di eroina e per Macchia ed un altro passeggero in macchina con lui scattarono le manette, Sergio Quaranta, 24 anni di San Pietro Vernotico. Premiata, in tal modo, la linea difensiva dell’avvocato difensore Donata Perrone. Tra l’altro lo stesso Quaranta, tuttora in carcere e difeso dall’avvocato Pantaleo Cannoletta, in sede di interrogatorio, aveva escluso di aver comunicato a Macchia il motivo del passaggio richiesto e rimarcano i giudici la droga era ben occultata in un borsello con la conseguente presumibile ragionevole impossibilità di vederne il contenuto. Inoltre, al momento della sosta, non è stato osservato un comportamento particolare del conducente, a fronte, invece, dell’agitazione dimostrata da Quaranta.