Parte da Lecce la richiesta di rivoluzionare i servizi socio sanitari per la salute mentale. È qui, infatti, che è nato il Comitato territoriale STOP OPG, in vista della chiusura, entro marzo 2013, degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, di cui oggi s’è celebrata la giornata nazionale.
L’idea è stata lanciata dalla Cgil di Lecce che ha aderito al Comitato nazionale STOP OPG, di cui fanno parte anche Auser, Associazione Nuove Speranze, Fp Cgil, Antigone e Arci. “Per il 2014 si prevede una riduzione del finanziamento al Sistema sanitario nazionale di 21,7 miliardi: l’entità dei mancati trasferimenti (grazie ai provvedimenti del precedente governo nazionale e l’attuale spending review) è tale da mettere in discussione i Livelli essenziali di assistenza per i cittadini, ancor più per le Regioni in piano di rientro, come la Puglia”. A sottolinearlo è Antonella Cazzato, segretaria confederale CGIL Lecce, che aggiunge: “Il decreto Balduzzi accelera e semplifica le procedure per ripartire alle Regioni i finanziamenti in conto capitale per costruire e attrezzare strutture alternative agli Opg: ma le risorse, da destinare direttamente ai Dipartimenti di Salute Mentale, dovranno essere esigibili e occorre evitare che siano costruite “strutture speciali” che, per logica e caratteristiche, siano in tutto simili a dei manicomi. La strada giusta è invece quella dei progetti regionali”. È per questo che, sull’attuale fase di riorganizzazione, la Cgil Lecce chiede un effettivo coinvolgimento dei sindacati confederali, oltre che delle associazioni sociali e di rappresentanza dei cittadini. In Italia sono 1500, fra donne e uomini, a essere ancora internati negli ospedali psichiatrici giudiziari e per cui urge una soluzione sulla sistemazione, tra servizi comunitari territoriali, a domicilio, in residenze abilitative piccole, nell’inclusione lavorativa, abitativa e sociale. “Il superamento degli OPG passa da un diverso approccio nei confronti del paziente psichiatrico giudiziario- spiega Serafino De Giorgi, Direttore del DSM dell’Asl di Lecce. Da qui la necessità di prevedere specifici progetti per ciascun utente e quindi assicurare effettivamente al servizio sanitario, per il tramite dei Dipartimenti di Salute Mentale e delle loro articolazioni funzionali, la centralità del Servizio Pubblico al quale devono essere garantite risorse adeguate ai diversi bisogni”.