Nel calcio non c’è pericolo maggiore se non quello di essere obbligati a vincere. Questo obbligo deriva molto spesso dal “ blasone” della squadra, dall’organico a disposizione, dal tecnico che la dirige e dalla solidità della società che la supporta.
Ma c’è un grosso rischio: non sempre chi ha avuto queste caratteristiche ha centrato l’obbiettivo, ci si ricordi del Torino in serie cadetta che solo lo scorso campionato ha centrato la promozione ed alle spalle del Pescara; in Lega Pro (ex serie C) i favoriti non sempre si sono rivelati tali.
Perché questa premessa non proprio esaltante? Perché il Lecce attuale sembra avere tutte queste prerogative e, cosa rischiosa se ne parla negli ambienti che contano (bar, sale da barba, trattorie che per me tali sono) come di promozione già archiviata prima ancora di giocare. Per questo voglio trasformarmi in pompiere e gettare molta acqua sul fuoco che sta lentamente accendendosi. E’ vero, il Lecce è in testa alla classifica, ha vinto tre partite consecutive, ha già tre punti di vantaggio sulla seconda, ma attenzione, non ha ancora vinto nulla e la strada è ancora molto lunga e irta di ostacoli.
Verificare per credere! Alla prima partita, c’è san Benassi a salvare una situazione che da facile era diventata compromettente, alla seconda partita c’è stata dea Eupalla che ha risolto molte situazioni dubbie a nostro favore, ma c’è stata anche in misura considerevole nella terza partita costringendo l’avversario a giocare in inferiorità numerica per quasi tutta la partita e lo sblocco della stessa è avvenuto quasi alla fine quando il S.Marino era quasi stremato. In tutte queste partite abbiamo sentito il tecnico Lerda recriminare, e con toni non proprio pacati, con la squadra che ha accusato imprevedibili sbandamenti. Ecco, la sufficienza e la presunzione sono la armi che possono ridimensionare una grande squadra.
Il Lecce è una grande squadra ed ha le carte in regola per centrare l’obbiettivo, ma deve stare attento al suo più pericoloso avversario per la categoria, vale a dire sé stesso.