Ritorna ancora una volta la campanella del primo giorno di scuola, pronta a dare il via ad un anno scolastico che vede la scuola in condizioni sempre peggiori. Gli studenti e le studentesse si troveranno ad entrare ancora una volta in istituti fatiscenti, caratterizzati da una didattica fissa ed unilaterale, sempre uguale a se stessa, incapace di stimolare la fantasia, le inclinazioni, il senso critico degli studenti
Attraverso una valutazione avvilente e punitiva, ci ritroviamo davanti a dei luoghi di formazione sempre più impostati sul sistema dei test a crocette, che sembrano essere più interessati a distinguere chi è buono e chi è cattivo (secondo dei molto opinabili criteri) più che concorrere al raggiungimento dell’obiettivo formativo per tutti.
Lo studente, inoltre, più che padrone di casa, è considerato un ospite, pagante per giunta, nel momento in cui, a causa delle risorse più irrisorie, le scuole richiedono un contributo alle famiglie che può arrivare anche ai 130 euro, dopo essere state costrette a spendere tra i 400 e i 700 euro per libri e materiale scolastico.
Una scuola che di pubblico ormai ha solo il nome, che si articola come un sistema verticale, profondamente antidemocratico e fondato sul principio di autorità e di repressione che si concretizza nella votazione in condotta e con il calcolo delle assenze, metodi utilizzati come dispositivi di controllo del dissenso.
Questa, in breve, la situazione con cui si apre questo nuovo anno scolastico, che inoltre ci consegna un’inquietante dato relativo alla dispersione scolastica che in Puglia tocca il 24% vedendo il dato degli istituti professionali.
“Una scuola che ormai è sostanzialmente privatizzata , motivo per cui ci poniamo l’obiettivo di invertire questa lotta e rilanciare un progetto di ripubblicizzazione della scuola, che liberi i saperi e li renda fruibili”, dichiara Francesco Pagliarulo, Coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia.
I dati OCSE, usciti le scorse settimane, ci mostrano un fosco panorama rispetto alle condizioni del sistema di istruzione italiano che passa dal sempre minor numero che giungono al successo formativo e poi proseguono con l’università. Altro dato è quello che sottolinea come la spesa legata all’istruzione sia in netta flessione e sempre troppo bassa rispetto alla media europea.