Avevano portato con loro a Roma l’ultimo briciolo di speranza. E’ andato in frantumi anche quello. Per gli operai ex Bat si complica il quadro, visto l’ esito buio del vertice convocato questo pomeriggio presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Assente per molti ingiustificato Filippo Piccone, amministratore della Ip srl, azienda nata in seno alla Korus spa, tra le tre aziende interessate alla riconversione della manifattura tabacchi. “Dopo tre ore di discussione, abbiamo avuto solo la conferma della totale inaffidabilità dell’azienda Ip Korus, che ancora non riesce a dare consistenza al proprio piano industriale”, dichiara il segretario generale Uil Lecce, Salvatore Giannetto, insieme con il segretario responsabile Uilm (metalmeccanici) Lecce, Piero Fioretti. “Ricordiamo – proseguono – che non solo ci sono 70 lavoratori che “passeggiano” (loro malgrado) in uno stabilimento deserto nel quale troneggia una sola macchina, ma, ad oggi, questi lavoratori non hanno ancora percepito le retribuzioni di luglio, agosto e settembre”. Al tavolo, però, erano seduti i vertici di Bat Italia, con il vicepresidente nazionale Crucci. L’impegno preso è di verificare, entro dieci giorni, le intenzioni concrete da parte sia di Ip Korus, sia di Hds e se sono rispettati gli accordi presi il 2 dicembre 2010. “Se le due aziende non intendono farlo, è ora che Bat si assuma le proprie responsabilità e ci indichi soluzioni alternative, perché i lavoratori non sono più disposti ad aspettare”, dicono in coro i sindacati. “Sindacati, lavoratori, Istituzioni locali e regionali e lo stesso Ministero – conclude Giannetto – sono stanchi della presa in giro che queste aziende stanno attuando, cosa che d’ora in poi non gli permetteremo più di fare. Alla Ip Korus abbiamo chiesto il pagamento immediato delle mensilità arretrate di luglio, agosto e settembre. L’ad si è impegnato entro domani mattina a fornire una data certa al Ministero. Per noi della Uil il pagamento deve avvenire entro due o tre giorni al massimo, altrimenti valuteremo iniziative di lotta a difesa dei diritti dei lavoratori, che già sono mortificati con il lavoro che non c’è in uno stabilimento fantasma”. Al pettine, dunque, vengono tutti i nodi. “Fin dall’inizio della vicenda avevo denunciato la scelleratezza dell’operazione e del piano di riconversione. Così come in solitudine ero rimasta dopo aver subito minacce di querela per aver portato alla luce l’inaffidabilità della IP/Korus. Oggi, infatti, il Sen. Piccone, titolare dell’azienda, non ha ritenuto neanche necessario presentarsi a quel tavolo. Dopo due anni di impegni disattesi, promesse non mantenute, rinvii e inversioni di rotta, l’assenza di oggi è l’ennesima dimostrazione dell’arroganza di certi poteri”. Teresa Bellanova, deputata Pd, non le manda a dire. “Non accetto che nel caso specifico si parli di crisi, visto che l’azienda del Sen. Piccone, come avevo già denunciato in una delle tante interrogazioni parlamentari presentate in questi due anni, aveva già proceduto a forti riduzioni del personale ben prima che l’accordo di riconversione della BAT venisse sottoscritto. Oggi è definitivamente finito il tempo degli alibi. Abbiamo il dovere, nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie, di individuare subito una soluzione certa. Queste persone non possono continuare a pagare sulla propria pelle la superficialità e l’indifferenza di chi aveva il dovere di garantire e verificare l’attuazione di quegli accordi e non lo ha fatto. Solo oggi, purtroppo, dopo ben due anni, BAT decide di impegnarsi mentre, invece, era tenuta a farlo fin dall’inizio. Noi- conclude la Bellanova- continueremo ad essere al fianco dei lavoratori e di tutti coloro disposti ad affrontare e risolvere seriamente questo problema, ma oggi ognuno è chiamato ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità. Insipienza e subalternità alla BAT non possono continuare ad essere pagate dai lavoratori”.