Avrebbe ceduto poco meno di un grammo di brupenor a due assuntori costretti a rimanere ricoverati in una stanza d’ospedale per oltre 48 ore e un 42enne di Galatone, con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, è stato condannato a dieci anni di reclusione
dal giudice monocratico del Tribunale di Lecce, Fabrizio Malagnino e al pagamento di una multa di 50 mila euro. Una sentenza, per certi versi clamorosa, che ribalta la richiesta di assoluzione per insufficienza di prove invocata dal vpo Vito Russo e dall’avvocato difensore dell’imputato. Anche il legale del 42enne aveva chiesto l’assoluzione con la formula perché il fatto non costituisce reato e in subordine il minimo della pena. Il giudice, invece, ha contestato la recidiva nei confronti dell’imputato e ha disposto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Secondo gli esiti della perizia disposta dalla Procura, il brupenor rientrerebbe nella tabella dei medicinali e non nella lista delle sostanze stupefacenti. Il giudice, però, ha ritenuto che l’imputato volesse cedere il medicinale scambiandolo per eroina e da qui la sentenza di condanna. I fatti risalgono allo scorso 6 giugno 2006 e si verificarono a Lecce. Il 42enne avrebbe ceduto a due assuntori 0,967 mg di brupenor, scambiandolo, secondo quanto contestato dal giudice, per eroina. Gli acquirenti, dopo aver utilizzato il brupenor, avrebbero accusato forti dolori e sarebbero rimasti ricoverati in ospedale per due giorni. Una volta dimessi, avrebbero cercato il 42enne per esporre le proprie lamentele e chiedere spiegazioni sulll’accaduto. Non trovandolo, decisero di rivolgersi agli agenti di polizia per denunciare il fornitore della sostanza. Per evitare ulteriori problemi fisici, gli assuntori si liberarono anche dei residui di brupenor rimasto in loro possesso. Il 42enne venne rinviato a giudizio dal gup Ines Casciaro il 13 ottobre del 2008. E’ di ieri, invece, la sentenza di condanna. L’avvocato difensore impugnerà in Appello il giudizio di primo grado. Per conoscere con esattezza gli elementi che hanno convinto il giudice a condannare il 42enne bisognerà attendere il deposito delle motivazioni.