Avrebbe offeso la reputazione dell’avvocato Carlo Gervasi con un articolo pubblicato sulla testata quindicinale “Il Galatino” di cui ricopre l’incarico di direttore e con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa Rossano Marra, 60enne di Galatina, è stato condannato alla pena di 800 euro di multa
e al risarcimento dei danni provocati alla parte civile di 2 mila e 500 euro. E’ quanto stabilito con una sentenza del giudice del Tribunale di Galatina, Giovanni Gallo, emessa lo scorso primo ottobre. L’articolo “incriminato” risale al 12 marzo del 2010. Il direttore Marra risponde sul suo giornale ad un precedente intervento del senatore Giorgio De Giuseppe nel quale il politico evidenziava la correttezza della sua attività ed i riconoscimenti che la città di Galatina, proprio per tale motivo, gli aveva rivendicato. Il direttore della testata, però, nel suo scritto, dopo aver dato atto a De Giuseppe dei suoi meriti, così scriveva: “Ma chi non ha memoria e stravolge artatamente la realtà (alla faccia dell’onestà intellettuale) non riesce a riconoscere i meriti delle persone…Le scorribande, specialmente se volgari, sono patrimonio di chi ha carenze di valori morali e si è costruito attorno a sé un alone che secondo qualcuno potrebbe trattarsi di millantato credito. C’è sempre chi non conosce i propri limiti e crede di aver meritato quanto invece “il padrino” gli ha lasciato in eredità: la memoria potrebbe andare a consulenze molto bene retribuite come il patrocinio di collaboratori di giustizia che tanto è pesato sulle casse dello Stato”. Pur non essendoci nello scritto un espresso riferimento all’avvocato Gervasi, il legale decise di querelare il direttore ma il sostituto procuratore Donatina Buffelli chiese l’archiviazione del procedimento. L’avvocato, assistito dal collega Luigi Covella, presentò opposizione e il Gip Ines Casciaro, nel novembre del 2010, dispose l’imputazione coatta di Marra. Nell’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione l’avvocato Covella ha rimarcato alcuni punti rivelatisi poi fondamentali ai fini dell’apertura di un’istruttoria dibattimentale: ossia, il lettore di media attenzione e cultura non può avere avuto il minimo dubbio sul fatto che il direttore Marra si riferisse al suo assistito: era Gervasi, secondo quanto si legge nell’atto, che aveva dato motivo a De Giuseppe di scrivere al direttore; solo a Gervasi il direttore poteva alludere nel momento in cui, dopo aver dato a De Giuseppe quello che è di De Giuseppe, passò a censurare chi a quest’ultimo aveva indirizzato le sue riflessioni politiche. Altro chiarissimo elemento che individuerebbe l’avvocato Gervasi senza margini di dubbi è rappresentato dal fatto che il suo impegno in difesa dei collaboratori di giustizia è noto nella comunità galatinese che nel resto della provincia e quindi, concludeva l’avvocato Covella, il diritto di critica non coincide con il diritto di insultare il prossimo. Una tesi accolta dal giudice con il suo dispositivo di sentenza.