Per l’ennesima protesta, gli ex lavoratori della Bat si sono ritrovati sotto la Prefettura, in viale XXV Luglio a Lecce. Nuova location ma stesse motivazioni, quelle che spinsero i lavoratori a protestare, lo scorso 31 agosto, nei locali vuoti dello stabilimento in viale della Repubblica
Uno stabilimento vuoto e senza nessuna produzione, dove i lavoratori della ex Manifattura Tabacchi, nel frattempo dislocata, sono stati “assorbiti” da Ip-Korus, per la produzione di infissi in alluminio, di proprietà del senatore Pdl, Filippo Piccone.
“Il punto è che la Ip-Korus non rispetta gli accordi presi lo scorso 19 settembre, quando fu chiesta almeno la puntualità dei pagamenti in perenne arretrato” ha fatto sapere la segretaria confederale della Cgil di Lecce, Daniela Campobasso. “Per non parlare della mortificazione per questi lavoratori – ha continuato la segretaria – di vivere da quasi un anno all’interno di capannoni vuoti dove non si intravede l’ombra di un’attività produttiva; persone private della loro dignità lavorativa, quasi mobbizzate, che passano otto ore della giornata nella nullafacenza ma con la voglia di lavorare e produrre”.
Ad oggi, solo 5 lavoratori su 76 sono stati retribuiti fino alla mensilità di luglio, sempre in arretrato dunque. “La priorità – per la Campobasso – resta la puntualità nei pagamenti per non mettere in ulteriore difficoltà queste famiglie già provate da tutta la vicenda, ma quello che conta è anche il rispetto di ciò che è stato pattuito con l’azienda uscente al tavolo ministeriale”.
L’azienda di produzione di infissi, infatti, è subentrata alla manifattura tabacchi con l’impegno di produzione che finora non c’è stata; ad alcuni lavoratori è stato addirittura chiesto il trasferimento a Sabaudia nell’altro stabilimento di produzione; “gli accordi erano che il lavoro doveva venire da noi e non che noi dovevamo andare dove c’è il lavoro”, ha chiosato la segretaria Cgil.
Per questi motivi, i lavoratori supportati dal sindacato, chiedono un tavolo tecnico ministeriale con i rappresentanti della ex Bat in primis, che si è fatto garante della transazione lavorativa e per questo deve sostenere la causa dei lavoratori. Al nuovo imprenditore subentrato, se non si allinea con i pagamenti e con la produzione, che non abbia nessuna apertura al credito in quanto inaffidabile e irrispettoso degli accordi. Sono le richieste avanzate dal sindacato che considera “anarchica” la conduzione della vicenda sugli impegni intrapresi a monte, dall’imprenditore Piccone.