I dati non sono confortanti , la situazione occupazionale in provincia di Lecce presenta enormi carenze anche sul piano formativo circa la domanda. L’amministrazione provinciale, in collaborazione con quella comunale, cerca di bypassare le carenze e di affrontare i disagi del territorio con una serie di progetti che sopperiscano al fabbisogno
Le informazioni provengono dai Centri per l’Impiego e sono state elaborate dal sistema “Sintesi” della Provincia. Fanno riferimento ad un totale di 210.183 iscritti suddivisi in: disoccupati (57,8%), inoccupati cioè chi non ha mai avuto un lavoro (24%) e i sottoccupati cioè chi lavora saltuariamente (18,6%). Il disagio occupazionale è prevalentemente a carico delle donne che sul totale rappresentano il 58,2 per cento. L’inattività si protrae per i soggetti tra i 40 e i 50 anni che una volta usciti dal mercato del lavoro fanno fatica a rientrarvi. I contratti registrati nel primo trimestre del 2012 sono di gran lunga inferiori alle cessazioni dei rapporti lavorativi, dato che evidenzia come la disoccupazione sia sempre in aumento. A fronte del problema, dalla Provincia si è deciso di ricorrere ad una serie di misure. “Faremo quanto possibile nonostante la scure del commissariamento” ha dichiarato il presidente Gabellone in conferenza stampa insieme all’assessore provinciale al Lavoro, Ernesto Toma, al delegato per il comune, consigliere Lamosa e al segretario generale provinciale, Gianni Refolo.
Anche il monitoraggio sulle figure professionali più richieste dal mondo del lavoro diventa un obiettivo concreto per una corretta formazione. Si registra, infatti, che il settore economico salentino ha una forte richiesta di figure legate all’artigianato, segue il metalmeccanico, il turistico e l’agricoltura. Sulla base di queste nozioni la Provincia si pone come obiettivo una politica di sostegno, intanto attraverso una rete tra università, centri di ricerca e distretto produttivi che promuovano l’innovazione in tutti i campi più richiesti. Con un occhio particolare verso lo sviluppo della Green Economy a salvaguardia dell’ambiente e del territorio e della Cultura. Si tratta di assi strategici che, insieme ad altre iniziative, contribuirebbero al rilancio dell’economia locale, responsabilità anche dei piccoli enti territoriali a meno che non si presentino diversi scenari futuri.