Gli stipendi non arrivano e i lavoratori, esausti per l’annoso problema a cui devono far fronte mensilmente, si sono ritrovati questa mattina presso la sede del Provveditorato agli Studi di Lecce. “Si faccia chiarezza sull’azienda Intini in liquidazione o saremo costretti a fermarci”
I lavoratori addetti alle pulizie scolastiche, sostenuti dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uiltucs, da tempo hanno posto all’attenzione degli esponenti politici salentini la loro difficoltà a percepire in tempo il salario. Gli arretrati non hanno mai superato una mensilità ma la storia va avanti da due anni per i dipendenti di Intini Source con contratto a tempo indeterminato. A ottobre 2010 l’azienda di Noci, con sede distaccata a Lecce, in un comunicato annunciava che avrebbe fatto fronte alla puntualità nel versamento degli stipendi, ma così non è stato. Da allora i lavoratori hanno intrapreso numerose iniziative, dall’incontro con il consorzio legato all’azienda ai tavoli in Prefettura ma nulla si è mosso. “I nostri stipendi fanno parte dei fondi pubblici e vorremmo capire dove si fermano nel circuito che percorrono prima di arrivare a noi” ha dichiarato la rappresentante sindacale, Domenica Amadeo. Neanche l’istanza legale da parte dell’avvocato Domenico Macrì, sul rapporto scorretto che la società assume ai danni dei lavoratori, ha smosso le coscienze degli amministratori della Intini che nel frattempo sembra sia in liquidazione.
La situazione è senza via d’uscita, secondo Luigi Ingrosso della Uiltucs, subentrerà un’altra azienda alla Intini, nel frattempo saremo gestiti dall’agenzia nazionale Consap che probabilmente ci traghetterà verso la Romeo Gestioni, la quale ristabilirà, come speriamo, un certo ordine”. Nel frattempo le preoccupazioni dei lavoratori aumentano, l’azienda insolvente per gli stipendi lo sarà ulteriormente a fronte della liquidazione del TFR.
Resta anomalo il passaggio delle risorse per la gestione scolastica, provenienti dal Ministero, a favore delle scuole le quali pagano, a servizio effettuato il consorzio, il quale invia alle aziende che paga i lavoratori. La diatriba sorge spesso tra il consorzio, che riceve le lamentele delle scuole per il servizio scadente, e le aziende che rivendicano i loro interessi pur non controllando sul campo l’operato dei propri dipendenti. “L’azienda è totalmente assente” hanno chiosato i lavoratori. Le scuole, d’altronde, non hanno facoltà di gestire privatamente il servizio di cui usufruiscono perché questo è stato assegnato agli ex Lsu, fino a esaurimento degli stessi in età pensionabile. Si tratta di circa mille lavoratori per la provincia di Lecce, dodicimila in tutto il meridione.
Al ricevimento dei rappresentanti sindacali, il provveditore, dottoressa Rucco, si è detta disponibile a sostenere la causa dei lavoratori, nonostante le scuole hanno assolto al pagamento del consorzio per le prestazioni effettuate. L’attrito interno tra le parti concessionarie del servizio si ripercuote sui lavoratori, almeno fino all’intervento di una parte terza a ristabilire la giusta gestione dei fondi. I lavoratori, dal canto loro, chiedono che l’azienda, evidentemente in crisi, sia sostituita al più presto o saranno costretti a fermarsi e non garantire più il servizio.