Deceduto a causa dell’uranio impoverito genitori e sorella dovranno essere risarciti dal Ministero della Difesa con oltre un milione di euro. Lo ha stabilito, nei giorni scorsi, il Tribunale Civile di Roma che ha così fatto chiarezza sulla morte datata 12 dicembre del 2000 di Andrea Antonaci, sergente di Martano
, morto per un linfoma non Hodgkin, in un ospedale di Firenze. Le sue ultime volontà, consegnate alla famiglia, furono che la verità sulle morti dei soldati per malattie repentine quanto violente venisse alla luce. Allora il ministro della Difesa Sergio Mattarella dichiarò che con la morte di Andrea l’uranio non centrava niente e che “l’Italia non era mai stata informata dell’uso dell’impoverito nei Balcani”. Mattarella venne smentito pochi giorni dopo dalla stessa Nato con documenti in cui si scriveva che il nostro Paese sapeva tutto di quei proiettili di artiglieria pesante utilizzati non solo nella ex-Jugoslavia durante la guerra civile che insanguinò l’ex stato comandato da Tito. Ora c’è una speranza in più per conoscere la verità su più di duecento militari morti e oltre duemila ammalati di leucemia e tumori causati dall’uranio impoverito. Ovviamente nulla potrà risarcire la perdita di un ragazzo poco più che ventenne, ma l’importanza della sentenza sta soprattutto in una frase: si ritiene “l’esistenza di un nesso causale tra la patologia contratta e l’esposizione all’uranio impoverito in occasione del servizio prestato in Bosnia”.
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