La pioggia battente dell’autunnale domenica pomeriggio non ha impedito la perfetta riuscita dell’apertura della nuova edizione del mercatino Vintage, negli spazi dei magazzini dell’ex Upim, in Via Templari, a un soffio da Piazza Sant’Oronzo e Santa Croce.
Un appuntamento che si ripete, visto il successo delle precedenti edizioni, e propone la galleria espositiva fino al 6 Gennaio 2013.
La rassegna mette in mostra e in vendita una serie di oggetti vintage, alla maniera dei mercatini di Camden Town a Londra, con l’eleganza e lo stile italiani.
Un genere, il vintage, tanto amato e reinterpretato dalle giovani generazioni, pretesto per i più adulti per un viaggio nella propria storia.
Un salto nel passato, attraverso il costume, la società e la moda, che passa in rassegna, sui passi felpati della moquette, oggetti, abiti, accessori, pezzi di arredamento, perfettamente ambientati secondo stili ed epoche:
un album dei ricordi un po’ più corposo e tridimensionale, nel quale è possibile entrare.
Impossibile non toccare i tessuti degli abiti appesi ai tronchi color ruggine nella galleria centrale, profumati di storie antiche, di mani sapienti di sartoria e creatività.
Difficile distinguere lo spazio di ciascun espositore tanta è stata la maestria dell’allestimento, di cui è perfetto interprete Antonio Bruno, che assieme a Mari Chiriatti è ideatore e organizzatore della rassegna.
Ogni angolo dell’open space ex Upim è un pezzo di storia raccontata dagli oggetti, recuperati dai pezzi rimasti in magazzino tra i più prestigiosi negozi leccesi e della provincia, e scelti tra le collezioni dei cultori dell’antiquariato e del modernariato.
Originali visioni amarcord che toccano le corde della malinconia e rievocano il fascino intramontato di oggetti culto, dai telefoni alle lampade degli anni Settanta, borse e scarpe che hanno vestito nonne e mamme negli anni d’oro dell’Italia del boom economico, armadi e credenze dei primi del secolo passato, quadri, radio, mobili e accessori.
Vintage è un varco nel passato, nel quale è però possibile reinterpretare liberamente se stessi, rinnovarsi e giocare, dare nuova veste alla propria casa, al proprio ufficio, ai propri spazi del cuore, grazie anche ai prezzi vantagiosi proposti dagli espositori, prima che ogni altra cosa, appassionati.
Quello che fa prezioso o caro un oggetto è l’emozione che vi è legata e la cura con cui lo si conserva, è questo che distingue il vintage dal vecchio, quell’elemento umano imprescindibile che spolvera ogni cosa.
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