La rappresentazione dell’Idv come partito diverso, fatto di “giusti e puri”, si sgretola, giorno per giorno, com’è avvenuto per la Lega, e si scopre che sotto quel tetto si sono riparati molti opportunisti poco inclini a certi valori tanto sbandierati da Di Pietro. Le inchieste giudiziarie e gli approfondimenti giornalistici continuano a mettere il dito nella piaga, fino al fuoco amico di Report, a tal punto che Di Pietro ha scelto di dire «basta al vecchio Idv». Pierfelice Zazzera, deputato pugliese dell’Italia dei Valori, in quest’intervista prova a spiegare gli intenti del leader maximo e l’avvicinamento agli attivisti del Movimento 5 Stelle.
Onorevole, l’Idv è finito? Siamo di fronte a un ectoplasma?
«Non so che significa ectoplasma: l’Italia dei Valori è viva e vegeta, abbiamo dimostrato che siamo in grado di chiarire. Di Pietro sta chiarendo, perché anche i migliori, come la Gabanelli, possono sbagliare con l’inchiesta sul patrimonio del nostro presidente. Dobbiamo proporre un’alternativa rispetto alle tentazioni che ci sono di un ritorno di Monti al governo».
Mi sta dicendo che Di Pietro non vuole mettere in cantina l’Idv per fare una nuova lista?
«Di Pietro non ha mai parlato di nuova lista, ma di nuova fase. Non so cosa significhi questo, se nascerà un nuovo simbolo, ma stiamo lavorando per costruire un’alternativa all’attuale schema di governo, che è il Monti bis, che si riproporrà nella prossima legislatura. Rispetto a questo noi cerchiamo di unire movimenti e forze sindacali, come la Fiom, ma anche movimenti come quello di Grillo, per creare un’alternativa».
Qualcuno pensa che la svolta verso Grillo sia stata fatta in assoluta solitudine da Di Pietro.
«Di Pietro non è solo, lo vedrete nelle prossime ore e nei prossimi giorni, nelle riunioni di gruppo».
Però, c’è un’ala del partito che non la pensa così: c’è chi vuol andare con i moderati, c’è Donadi che non vuole andare con Grillo e c’è De Magistris che suggerisce a Di Pietro di fare un passo indietro.
«C’è un percorso da fare: l’assemblea nazionale e il congresso dopo le elezioni politiche».
Sì, ma non può negare che sia in corso una scissione, vero?
«Il rischio scissione è necessario per liberarsi da zavorre, da politici impresentabili, da riciclati e da trasformisti. Se questa significa scissione, benvenuta scissione».
Avete aperto le porte a tutti in questi anni, anche in Puglia, forse non siete stati così diversi dagli altri partiti, vero? Cosa c’entrava Gianfreda con l’Idv? Eppure è riuscito a farsi eleggere in Regione con duemila voti, ma è un ex socialista, distante dalle idee di Di Pietro.
«Noi siamo un partito che ha appena 15 anni: abbiamo commesso una miriade di errori, Gianfreda, Di Gregorio e Olivieri compresi. Quindi, una serie di errori che hanno comportato una serie di ingressi di persone che non erano in linea con la storia del partito. Però, bisogna dire che il partito, nella sua struttura leaderistica, si riconosce nella figura di Di Pietro ed è chiaro che gente come Gianfreda e Olivieri non ci possono stare a lungo dentro, perché non possono condividerne le battaglie e, quindi, se ne vanno».
Ora come selezionerete i vostri uomini per evitare errori? imitando Grillo, attraverso internet?
«Esiste un problema di selezione dei candidati, ma utilizzeremo la rete per far conoscere prima i candidati, selezionandoli sulla base della loro storia e dei loro curricula. La rete è implacabile: se qualcuno non è presentabile, nella rete viene stroncato. Questo metodo di selezione ci accomuna a Grillo: è un metodo che molti partiti non capiscono, ma è il più trasparente e democratico».
Convincerete Di Pietro a togliere il nome dal simbolo e intraprenderete un percorso meno laederista?
«Il problema del simbolo è un problema secondario».
Sì, ma così sembra un partito troppo verticista, un po’ simile al ‘partito carismatico’ di Berlusconi.
«Noi siamo nati per combattere Berlusconi e il berlusconismo, perché non è che una volta finito Berlusconi sia cessato il berlusconismo, che c’è anche a sinistra».
Cos’è il berlusconismo per lei?
«Il berlusconismo è tutto ciò che riguarda il conflitto d’interesse nel nostro Paese, la mancanza di rispetto per le regole, la sottomissione dell’interesse pubblico all’interesse privato: questo ancora c’è, anche in settori del centrosinistra e in alcuni pezzi dell’Italia dei Valori. Dobbiamo impegnarci a “deberlusconizzare” il Paese. Anche Beppe Grillo ha il suo nome sul simbolo del Movimento a 5 Stelle, ma non possiamo dire che è un movimento leaderistico, perché è una novità che cerca di dare risposte ai cittadini».
Possiamo dire che non vi è rimasto che Grillo? Siete stati scaricati dal Pd e con la legge elettorale che rimarrà la stessa, perché il Parlamento è stato gattopardesco e difficilmente la cambierà, voi siete rimasti isolati.
«Il Parlamento ha dimostrato di essere, ancora una volta, presieduto da politici morti, lontani dalle esigenze del Paese: non faranno la legge elettorale, a meno che non si sveglino all’ultimo momento. La nuova legge elettorale è nelle mani dal partito unico (Pd, Pdl, Udc): se troveranno un’intesa, non dipende dall’Idv. Queste forze stanno cercando di capire come lasciare fuori dal Parlamento Idv e Movimento 5 Stelle. Le alleanze dipendono dal sistema elettorale, ma anche dalla prospettiva che si vuole offrire al Paese. In realtà, ho l’impressione che non si voglia far capire ai cittadini chi potrebbe governare dopo le elezioni: ci sono tutte le condizioni per riproporre un ‘Monti bis’. Rispetto a questo l’Idv intende restare all’opposizione con un’area alternativa, fatta anche da Grillo, Fiom e associazionismo ambientalista, per produrre un progetto di governo dell’Italia».
Insomma, non siete morti, il partito non si spegnerà, vero? Però, anche in Puglia, perfino il senatore Tedesco ha infierito dicendo che non esistete più.
«Chi? Quello che è sotto indagine per la sanità pugliese? Sarebbe contento lui, ma continueremo ad essere i controllori che impediscono che gente come lui utilizzi la sanità a suo esclusivo interesse. Quello di Alberto Tedesco è berlusconismo: lo dice la magistratura che è stato sottomesso l’interesse dei cittadini a quello dei privati».