«Il fatto che ci sia un fascicolo aperto presso la Procura di Lecce sulla situazione ambientale a Torre Veneri dovrebbe rappresentare uno stimolo in più per chi, in tutti questi anni, ha preferito minimizzare la vicenda».
L’Associazione Vittime Uranio torna a farsi sentire con un comunicato che chiede l’intervento deciso della magistratura leccese. Dopo «l’insoddisfacente risposta del ministro competente» sulla situazione dei poligoni, i sospetti crescono, anche perché le riunioni secretate della Commissione parlamentare, che indaga sull’uso dell’uranio impoverito e sull’inquinamento che avrebbe generato gravi patologie in alcuni militari, inquietano i familiari delle vittime, che vorrebbero maggiore chiarezza.
L’intervento di Carlo Salvemini, responsabile di ‘Lecce Bene Comune’, dà più forza ai sospetti: «Ci associamo all’appello di Lecce Bene Comune affinché siano resi noti i risultati delle indagini fatte svolgere dalla Commissione di inchiesta e inspiegabilmente tenuti segreti. Tutto ciò, insieme ad alcune dichiarazioni del presidente Costa, contrasta con le rassicurazioni giunte dall’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa in risposta ad una interrogazione presentata dalla deputata del Pd Teresa Bellanova».
L’Associazione Vittime dell’Uranio chiede chiarezza: l’intervento del sottosegretario alla Difesa non è piaciuto, perché non ha detto nulla sui poligoni. «Solo alcuni giorni fa, il sottosegretario alla Difesa Milone, nella sua risposta orale alla Camera a un’altra interrogazione, di Maurizio Turco dei Radicali, ha ignorato i quesiti posti sui poligoni – spiegano i membri dell’associazione -tra cui quello di Torre Veneri. Sarebbe auspicabile, infine, che la Procura di Lecce, visti i numerosi casi di malattia e morte di militari salentini, estendesse le indagini anche alle missioni all’Estero, per stabilire, anche sul fronte penale, se ci siano state delle negligenze da parte degli apparati militari».
Intanto, Salvemini torna sull’argomento con un intervento su facebook: «Chiediamo al Sindaco, massima autorità sanitaria sul territorio, di attivare tutte le iniziative idonee per procedere nell’interesse ambientale e a tutela della salute di tutti alla bonifica dell’area. Non c’è bisogno di scoprire se viene usato uranio impoverito (cosa che speriamo venga esclusa) e attendere il lavoro della commissione parlamentare per risanare quella discarica di veleni…».
Nel precedente servizio, pubblicato qualche giorno fa sul Corrieresalentino.it, uno dei membri della Commissione parlamentare d’inchiesta, il senatore Gallo, ha già risposto che è da escludere l’uso dell’uranio impoverito a Torre Veneri, ma ha ammesso che il poligono è molto inquinato e che dev’essere bonificato. Il capitano responsabile delle ispezioni aveva lanciato l’allarme, poi il silenzio e le riunioni secretate della Commissione, che fanno pensare, non solo a Salvemini, a «verità nascoste».